sabato 25 ottobre 2014

Le città invisibili in carcere

LE CITTA' INVISIBILI IN CARCERE - PROGETTO


Metamorfosi di Narciso - Salvador Dalì (1937)

Il progetto nasce su iniziativa di Simon Pietro De Domenico, referente con Azalen Tomaselli del progetto Libroforum, nella Casa Circondariale San Vittore di Milano.


Operativamente, si articola in tre fasi. Una prima fase consistente nella lettura e nel commento di brani tratti da Le città invisibili di Italo Calvino;
una seconda fase costituita dall’elaborazione scritta di una serie di città immaginarie, sulla scia del modello calviniano, in cui siano coinvolte, oltre alle persone detenute, le persone che in vario modo vivono il carcere: volontari, educatori, agenti.
Una terza fase che prevede la pubblicazione dei testi prodotti, lungo l’arco di durata del progetto, alcuni dei quali, letti dai medesimi autori e registrati, potranno entrare a far parte di un audiolibro.


Le città invisibili di Italo Calvino, come è noto, riporta una serie di relazioni di viaggio rese da Marco Polo a Kublai Kan, imperatore dei Tartari, (nella realtà storica imperatore dei mongoli). La carrellata di città che costituisce l'armatura del libro è frutto dell'invenzione dell'ambasciatore e sottende l’impossibilità di abbracciare la realtà (nella metafora proposta da Calvino rappresentata dall’impero sconfinato di Kublai Kan). Compito dell’uomo è costruire la realtà, immaginandola.


Ogni città appare pertanto sottoposta al solo gioco della fantasia, che ordina, secondo criteri estranei alla logica comune, gli elementi di cui sono composti i luoghi di questo sfaccettato universo. La scelta di proporre di imitare o, piuttosto, di prolungare idealmente la serie di Calvino, è stata motivata sia da ragioni pratiche, sia dal vantaggio che la familiarizzazione con un testo così vivo e complesso offre a chi vi si accosta.


Per le ragioni pratiche, si è considerato, in primo luogo, la struttura a poliedro del libro che si propone come un dispositivo di scrittura e, in secondo luogo, il registro narrativo fantastico che consentendo una maggiore libertà di espressione lascia spazio alla riflessione rispetto a altre tipologie di testi: di cronaca, saggistica etc.


Il volume, composto di brevi capitoli che corrispondono alla descrizione di una città, con un inizio e una fine, presenta inoltre una continua alternanza di parti descrittive (le città) e di commenti che i due interlocutori si scambiano sulle città stesse, invogliando a riflettere sul senso nascosto di ognuna di esse, a sollevare domande e a trovare risposte non necessariamente univoche alle questioni che il testo solleva.


La sua costruzione a poliedro dà poi spazio a varie visioni, e a prospettive multiple. Questa struttura modulare ha offerto la possibilità di comporre testi brevi, più accessibili a chi non scrive per mestiere e a chi si cimenta in una operazione che tende a sviluppare immaginazione e riflessione.
Lo scopo di Calvino è quello di scandagliare le “ragioni segrete che hanno portato gli uomini a vivere nelle città”. Al cuore di ogni città c'è infatti lo scambio di merci, di memorie, di parole, di desideri che sono alla base di ogni rapporto umano.


A differenza del modello (che declina la città come metafora di ogni rapporto umano, con tutti i suoi possibili volti) abbiamo scelto di circoscrivere il l’ambito alla città-carcere, invitando tutti i partecipanti a farne una descrizione immaginaria e a dare voce a emozioni, immagini, simboli, archetipi, messi in moto dalla fantasia.


Lo scopo del progetto non è la scrittura fine a se stessa, ma la realizzazione di testi che sollecitino domande e risposte sulla vita, sul carcere e su come ognuno possa vedere in modo difforme la realtà della detenzione.


Abbiamo seguito un metodo, insistendo più volte sul senso di questo progetto, stimolando una riflessione a margine delle letture di alcune città del modello di Calvino e cercando di ricalcare lo stesso dispositivo narrativo, con l’obiettivo di permettere l’espressività, senza l’ambizione di produrre (come è intuibile) testi letterari.


Da questo lavoro sul testo, concepito come un itinerario di viaggio, è scaturita la prima città, battezzata Adikea, la città senza giustizia, e a seguire altre città composte dai partecipanti del Libroforum, dai volontari e discusse in gruppo. Successivamente si è cominciato a estendere il progetto anche al reparto femminile di San Vittore.


Il lavoro si sviluppa in tre fasi.


  1. Prima fase: lettura e presentazione del libro di Italo Calvino, seguita da discussione di gruppo.
  2. Seconda fase: lettura in gruppo dei testi composti dai partecipanti e discussione di gruppo.
  3. Terza fase: pubblicazione di un libro e produzione di un audiolibro (si potrebbe, a scelta, intercalare alla lettura di brani composti dai partecipanti la lettura di brani originali).


Le prime due fasi procedono parallelamente e in alternanza continua. La terza è prevista a conclusione del progetto.

L'obiettivo è di esportare il progetto in altri istituti penitenziari e a tutti gli operatori volontari e non.


INCONTRI SU LE CITTA' INVISIBILI

  • Le città invisibili 5 maggio 2014 - Link
  • Adikea, la città di San Vittore 12 maggio 2014 - Link
  • Le prime città invisibili prendono forma a San Vittore 9 giugno 2014 - Link
  • Lo stile delle città invisibili 16 giugno 2014 - Link
  • Le prospettive delle città invisibili 23 giugno 2014 - Link
  • I nomi delle città invisibili 30 giugno 2014 - Link
  • Essenza, la città discarica 27 agosto 2014 - Link
  • Zora, la città e la memoria 8 settembre 2014 - Link

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