martedì 29 novembre 2011

Dove nasce l'Amore

PAROLE OLTRE - LA VOCE DEI DETENUTI

Amore infinito
di Anna

L’amore può nascere anche nel mondo opprimente e infelice del carcere. Lì può germogliare, resistere e crescere a dispetto della lontananza, della separazione forzata, dello sconforto e della solitudine di chi attende fuori.. e di chi attende nel chiuso di una cella. Bastano alcune parole, lanciate oltre le sbarre, per dare voce ai sentimenti più intimi e rivelare la gioia di un amore infinito. Il testo che segue è una rielaborazione di quello di Anna, una detenuta:


Tristezza immensa nel cuore per la lontananza di un amore che è tanto vicino quanto lontano… e ti manca! Ti manca da morire… vorresti vederlo e per un attimo sembra quasi che sia lì vicino a te, tanto da poterlo toccare, ma poi quando allunghi la mano per accarezzarlo, toccarlo, baciarlo… ecco! Svanisce come fumo, si dissolve nell’aria, scoppia come una bolla di sapone e non rimane più niente.  
Solo il ricordo di quel viso tanto bello, sorridente, che ti guarda e ti fa’ sentire unica al mondo e ti infonde la forza di resistere ancora, perché c’è lui che ti aspetta fuori, perché lui vive con la speranza  che questo incubo finisca al più presto, per potere vivere finalmente insieme questo “amore infinito”


* Il nome dell'autore detenuto è di fantasia. Il testo qui riportato non è una trascrizione fedele ma è frutto di una personale e approssimata rielaborazione del testo originale letto dall'autore durante i nostri incontri.

venerdì 25 novembre 2011

Padri e figli

Padri e figli, libere considerazioni in riferimento ai temi trattati durante l'incontro del 7 novembre 2011

In carcere non si parla solo di spazi ristretti, di mescolamenti di persone e di culture che possono procurare rigetti e idiosincrasie, di una vita che a volte ferisce la dignità ma anche di legami che imprimono un segno indelebile nella esistenza di un uomo. Come quello tra padre e figlio. E’ il libro di Folco Terzani (e di suo padre TizianoLa fine è il mio inizio a dare lo spunto per raccontare delle esperienze personali. 


domenica 20 novembre 2011

Libroforum momentaneamente sospeso

Il progetto Libroforum è momentaneamente sospeso a causa di lavori di ristrutturazione del reparto sesto di San Vittore. Vanno avanti regolarmente gli altri incontri al femminile e presto partiranno nuove iniziative al carcere di Opera.
Vi terrò aggiornati.

venerdì 18 novembre 2011

Disegno di madre con figli

PAROLE OLTRE - LA VOCE DEI DETENUTI

Disegno di una madre con i suoi cinque figli
di Evita

L’allontanamento dai figli è per una madre un dolore innominabile e non traducibile in parole. Un’esperienza che non trova posto nella traccia di un racconto. Infatti, nel suo diventare segno, la parola si pacifica, diventa “altro”. Ma l’esperienza di un figlio deprivato della madre e di una madre alla quale è stato tolto un figlio  spesso non trova il modo di comunicarsi. E’ uno di quei casi in cui il linguaggio è messo alla corda, il dolore si fa urlo muto. Una detenuta dice: - Il mio dolore è mio, posso fare arrivare qualcosa agli altri, ma è solo mio. Nel caso di donne giovani la detenzione frantuma l’assetto  familiare. Il punto più delicato   di tale disgregazione è la separazione dei figli dalle madri in cui subentrano molti attori: lo stato, i servizi sociali, i genitori affidatari. Attori,  che cercano in vario modo  di colmare un vuoto incolmabile. E’ l’altra faccia del carcere, forse la meno conosciuta..  Ecco come una giovane detenuta ha voluto rappresentare questo suo dramma. Nel disegno sotto lei e i suoi cinque figli.




* Il nome dell'autrice detenuta è di fantasia.

mercoledì 16 novembre 2011

Considerazioni di Massimo Fossati

Incontro del 3 ottobre Milano Casa circondariale San Vittore
Massimo Fossati scrive dell'incontro con i detenuti (vai QUI per il resoconto)
Quale autore del romanzo L’Angelo triste è la seconda volta che ho l’opportunità di presentare il mio lavoro all’interno di San Vittore, merito di Libroforum, al quale sono grato. Com’è facilmente intuibile, l’iniziativa può essere considerata in vario modo ma, certamente, è lontana anni luce da implicazioni economiche: gli ospiti di San Vittore non rappresentano il pubblico ideale al quale rivolgersi sperando di promuovere la propria opera. In cambio delle mie quattro chiacchiere e dell’ascolto dei problemi del carcere – che sembrano così astratti e lontani per coloro che vivono fuori – c’è qualcosa di prezioso che ho ricevuto: la riconoscenza che ho letto negli occhi di quell’umanità dolente per l’attenzione che le si stava dedicando. Riuscire a parlare di un romanzo a coloro che sono immersi in un mondo estraneo e chiuso fatto di umiliazioni, di sovraffollamento, di processi, di speranze e di rassegnazione, è tutt’altro che facile: sarebbe come se si volesse illustrare la tecnica dello sci ai beduini sahariani. Difficile catturare il loro interesse. Eppure, in qualche modo, questo è successo, non senza l’apporto degli animatori di Libroforum, beninteso. E’ successo che dai temi generali quali il rapporto problematico con i propri genitori e la possibilità del compimento di scelte diverse e coraggiose per dare una svolta all’esistenza, estrapolati dal romanzo, il piccolo uditorio si sia animato ed abbia sentito la necessità di raccontarsi e di trarre, dalle proprie ed altrui esperienze, considerazioni amare ma aperte anche alla speranza che una soluzione vi possa essere, che sia necessario cercarla per lasciarsi definitivamente alle spalle l’esperienza che sta vivendo. Se far pensare è uno degli obiettivi che la letteratura dovrebbe porsi, almeno in piccola parte, in quell’angusta aula del braccio VI di San Vittore, mi sembra di aver concorso a che ciò si realizzasse.
Grazie ancora a Simone, Azalen e Giovanni.

Massimo Fossati

lunedì 14 novembre 2011

L'angelo triste di Massimo Fossati

Incontro del 7 novembre Milano Casa circondariale San Vittore
L'angelo triste, la storia di una vita "non vissuta"
Massimo FossatiLaura Fanucci e Natascia Pane presentano il libro L'angelo triste edito da Sovera Edizioni
Oggi si ritrovano al "bar del crimine" Simone, Azalen , Natascia Pane e Laura Fanucci di Contrappunto e Massimo Fossati. Il clima è cordiale, davanti a una minestra di porri Simone parla del blog e della sua intenzione di fare capire fuori che il carcere non è una realtà separata, o da rimuovere dalla coscienza collettiva, ma una realtà dialogante e collegata alla società civile. Fuori c’è Giovanni e si entra insieme. L’incontro inizia con la lettura del resoconto che apre subito un dibattito sulle responsabilità di ognuno e sulle preoccupazioni di incorrere in qualche sanzione puntando il dito su disfunzioni, lungaggini, ingiustizie che la gente ignora. Massimo Fossati, misurato e attento, ascolta poi interviene dicendo che è opportuno parlare del sistema e denunciare i guasti e le contraddizioni che esso presenta, perché è nell’interesse comune. Il mago dice che prima il malavitoso imponeva che i carcerati non salutassero gli agenti di custodia e che si mantenesse un’ ostilità tra loro. Qualcuno conferma che il carcere, mortificando la dignità, alimenta l’odio tra il detenuto e l'agente di custodia. Concluso il dibattito, Azalen invita l’autore a parlare del suo romanzo dal titolo suggestivo: L’angelo triste


domenica 13 novembre 2011

Vita in carcere

Incontro del 31 ottobre Milano Casa circondariale San Vittore
Vita in carcere
Simon Pietro De Domenico con i detenuti
La vita in carcere è un argomento che è difficile passare sotto silenzio. Qualcuno dice che la disperazione contagia anche il personale della polizia penitenziaria e riporta una notizia che fa riflettere: 54 appuntati suicidati in 10 anni. (fonte non verificata)
Sono carcerati anche loro, devono sorbire tutti i problemi, confrontarsi con detenuti violenti, o semplicemente fuori di testa. I turni di lavoro sono pesantissimi per mancanza di personale, durante la notte non possono neanche sdraiarsi come i medici ospedalieri, perché la sorveglianza deve essere continua e sono anche loro sorvegliati dalle telecamere. I poliziotti si confrontano ogni giorno con una realtà degradante per quanto si cerchi di gestirla al meglio , soprattutto per mancanza di risorse finanziarie. Sembra che il male sia sistemico e non legato alle singole persone. 


lunedì 7 novembre 2011

La forza delle Apparenze

Incontro del 31 ottobre Milano Casa circondariale San Vittore
Il biglietto da visita di Campanile
Azalen TomaselliSimon Pietro De Domenico con i detenuti
Oggi il ponte festivo  si sente anche a San Vittore. E’ il giorno di Halloween  e siamo veramente quattro gatti. Azalen legge il resoconto dell’incontro che riapre l’argomento “carcere”. Un detenuto è particolarmente taciturno “Quando è festa  penso agli amici”, confida. Le ricorrenze portano la malinconia perché si avverte più acuta la mancanza dei familiari e degli amici. Cortez propone di leggere da una scelta di racconti Il biglietto da visita di Achille Campanile


sabato 5 novembre 2011

Vita da "secondini"

Vita da "secondini"
Come vivono gli agenti della polizia penitenziaria?

Liberante è un blog che vuole dare voce ai detenuti, ma che ha l'intento di fare conoscere ai suoi lettori una realtà più ampia del complesso e sfaccettato sistema che è il carcere.
Il presente articolo intendo dedicarlo agli appartenenti al corpo della polizia penitenziaria.
Vengono impropriamente chiamati agenti di custodia o AC (acronimo usato in particolare dai detenuti), a volte chiamati persino secondini, termine denigratorio e fortunatamente in disuso.

Qui in Lombardia ho incontrato personale gentile e preparato, così come agenti arroganti e maleducati, che si sentono in diritto di trattare con gratuita rudezza detenuti e volontari, in primo luogo per imporre la propria autorità! Fortunatamente a prevalere sono i primi, e a parziale scusante dei secondi c'è da dire che spesso sono tra i più giovani e ancora non hanno appreso l'umanità e la sensibilità, che un lavoro importante e delicato come il loro richiede.


mercoledì 2 novembre 2011

Differenza di trattamento nei vari istituti di pena

Incontro del 24 ottobre Milano Casa circondariale San Vittore
Un carcere che è un hotel a 5 stelle
Simon Pietro De Domenico con i detenuti
Durante l'incontro del 24 ottobre la discussione si anima dopo la lettura del resoconto del 17 ottobre. L’argomento è la differenza di trattamento nei vari istituti di pena. Il riferimento per tutti è il carcere di Bollate (www.carcerebollate.it) che, se paragonato a San Vittore, - a dire dei detenuti - è un hotel a 4 o a 5 stelle. Qualcuno contesta un’inadeguata assistenza medica, soprattutto mancano alcuni farmaci come l’aspirina che deve essere comprata ma è poi consegnata all’agente e condivisa, in quanto non è permesso tenerla in cella. Anche la somministrazione di un ansiolitico Xanax è stata ultimamente sospesa e sostituita dall’En o dal Valium farmaci delle stessa categoria. Qualcuno sostiene che c’è la tendenza a ridurre la somministrazione degli antidolorifici. Con l’arrivo dei primi freddi un detenuto lamenta che per fare una doccia ci si debba alzare alle 6 e aspettare il turno, dal momento che vengono aperte due celle alla volta. Un altro segnala la mancanza di privacy perche la cabina doccia è a vista e fuori ci sono i compagni che aspettano di entrare, così la soluzione è la doccia con le mutande. Anche la temperatura dell’acqua non è regolabile e passa istantaneamente da fredda a urticante…(bollente). Però nel terzo reparto le celle sono dotate di docce. Il paragone con Bollate riguarda anche il reparto dei protetti e la presenza delle cooperative che organizzano corsi professionalizzanti e danno l’opportunità di sbocchi nel mercato del lavoro. Il confronto con altri istituti penitenziari della Lombardia continua a ruota libera. Opera ha solo due detenuti per cella, dice un partecipante, ma le attività scarseggiano e non sai dove aggrapparti. E’ lo stesso che sostiene di essere stato molto seguito dal SERT avendo problemi di alcolismo. San Vittore è strutturalmente fatiscente, commenta, ma ha una buona offerta per quanto riguarda le attività. Si parla di Monza, "carcere punitivo", di Bergamo dove la disposizione delle celle è sfalsata in modo che abbiano di fronte il muro e delle eccellenze: Bollate e Brindisi e le Vallette (www.circondarialetorino.it).

Tutte queste considerazioni sono state espresse dai detenuti e io le riporto come testimonianze che non ho modo di verificare personalmente.