lunedì 30 giugno 2014

Mi metto in gioco

PAROLE OLTRE - LA VOCE DEI DETENUTI

La vita è una questione di scelte. 
di Michael AKA Soulone

Mi metto in gioco
Un’ora non mi basta
Dentro questa cella che mi devasta
Qui non mi resta
Che pensare a te
Tu non chiederti il perché

Mi metto in gioco
Solo se al mio fianco ci sei te

Uoo na ah na naa io mi metto in gioco



venerdì 27 giugno 2014

Lo stile delle città invisibili

Incontro del 16 giugno 2014 Milano Casa circondariale San Vittore. 
Iginia Busisi Scaglia nell'ambito del progetto: Le città invisibili, parla di stile letterario.
Iginia Busisi Scaglia, Azalen Tomaselli, Giorgio Cesati CassinLeandro Gennari Simon Pietro De Domenico con le persone detenute.
Oggi la troupe del Libroforum è numerosa. Infatti al gruppo storico (Azalen, Simone, Leandro) si è unita la poetessa Iginia Busisi Scaglia

Al sesto secondo, Giorgio ritenuto a torto latitante è già all’opera e impegnato a spiegare a un partecipante alcune regole del gioco degli scacchi. La scacchiera con i pezzi è su un banco e lo scacchista Giorgio (secondo nazionale) dà alcuni suggerimenti sull’apertura al giovane, interrotto dall’arrivo dell’ospite e degli ultimi ritardatari. 

A gruppo riunito si dà l’avvio all’incontro con l’usuale lettura del resoconto. Prosegue il progetto sulle orme di Calvino de Le città invisibili (Vedi Incontri: 12 maggio, 5 maggio, 9 giugno), Simone rinnova l’invito a cimentarsi nella scrittura chiedendo a Renata se ha portato la Adikea, che aveva promesso di completare e leggere nel gruppo. 

Renata, con dispiacere racconta di averla smarrito. Ma è Michael a dare un saggio della sua scrittura, dopo avere precisato di essere insoddisfatto della sua prova. Avrebbe voluto imitare il testo di Jerry, spiega “rendendo più chiaro, in questo momento qua, quello che sto vivendo” ma ha finito per dare una raffigurazione negativa della sua città. Su sollecitazione di Simone, che lo invita comunque a leggere il suo scritto, esce e ritorna con alcuni fogli di appunti. 

giovedì 26 giugno 2014

Il nodo

PAROLE OLTRE - LA VOCE DEI DETENUTI

Il nodo
di Jerry

IL NODO


Il nodo, secondo me: un groviglio di un rotolo di lana, attorcigliato da un gatto (ma il tutto è una metafora). Io penso che il mondo sia un gomitolo di lana, pieno di nodi, e il gatto è l'uomo che da quando nasce, già attaccato al cordone ombelicale, incomincia la sua avventura, disseminata di nodi. 

I nodi sono i problemi: scelte giuste o sbagliate, politica nazionale e internazionale, guerre per il potere, guerre di religione, contrasti ideologici, avidità, assenza di Dio, fede in noi?! 

L'uomo ha smarrito la fede in Dio, l'amore per il prossimo è diventato un tabù, così la civiltà deperisce negli egoismi, nel potere, nella bramosia di ricchezze. In tutto ciò manca l'uomo interiore, al quale tutti noi vorremmo tendere, senza trovarne il coraggio. 

mercoledì 25 giugno 2014

Le prime città invisibili prendono forma a San Vittore

Incontro del 9 giugno 2014 Milano Casa circondariale San Vittore. 
Le città Invisibili di Jerry, Renata e Azalen.
Azalen Tomaselli, Giorgio Cesati Cassin, Leandro Gennari Simon Pietro De Domenico con le persone detenute.
Oggi prime avvisaglie di un caldo torrido che incendia la citta. Azalen si ritrova con Leandro Gennari e assieme salgono al sesto secondo, dove Giorgio intrattiene i partecipanti nella breve attesa che il gruppo si riunisca. 

Si procede, come di consuetudine con la lettura del resoconto, affidata allo stesso Giorgio. Qualche chiarimento tra le parole aiuta a capire ciò che si fa al Libroforum, ed è lo stesso Giorgio a intercalare la lettura con qualche commento per i nuovi partecipanti.

Luigi mostra un libro composto con inventiva: due piatti di plastica uniti che racchiudono dei fogli circolari dove ha trascritto le sue poesie. Sulla copertina spiccano due cuori, uno per lato. 


Simone, entrato con ritardo, rilancia l’iniziativa di comporre dei testi ispirati alla raccolta di Italo Calvino dal titolo Le città invisibili. L’obiettivo è di esprimere, ricorrendo alla metafora, il senso e l’esperienza della realtà carceraria. Quest'opera è ormai il tema conduttore di questa stagione estiva del Libroforum (Vedi Incontri: 12 maggio, 5 maggio). 

lunedì 16 giugno 2014

Haiga

Incontro del 26 maggio 2014 Milano Casa circondariale San Vittore. 
Alberto Figliolia e Margherita Lazzati presentano l'Haiga.
Alberto Figliolia, Margherita Lazzati, Azalen Tomaselli, Giorgio Cesati Cassin, Leandro Gennari Simon Pietro De Domenico con le persone detenute.
Oggi un bel cielo terso s’inarca su Milano. Nell’aria tiepida c’è un pulviscolo di polline e di inebrianti fragranze primaverili. A piazza Filangieri, Azalen e Simone e Giorgio Cesati Cassin scorgono Alberto Figliolia, giornalista, poeta e scrittore (che ha già partecipato a più incontri del Libroforum: 01/08/11, 18/07/1120/05/13) e la fotografa Margherita Lazzati

Dopo uno scambio di saluti, il gruppo varca il portone per giungere al sesto secondo. Qui l’aula è desolatamente semivuota, complici la bella giornata, la malattia, i colloqui e altro. 

Si avvia l’incontro come da copione con la rituale lettura del resoconto, poi la parola passa agli ospiti. Alberto Figliolia presenta i due laboratori: di scrittura di Opera e il laboratorio di poesia di Bollate. 

Simone accenna alla opportunità di costruire una rete tra le varie realtà, con l’approvazione di Alberto che precisa: “per dare più voce e più forza a chi sta dentro le mura”. Però - soggiunge – si nota un’aria nuova, perché molte iniziative hanno ultimamente ricevuto attenzione a livello istituzionale e sono state riconosciute utili. 

domenica 1 giugno 2014

Davide Assael: Giacobbe e Esaù un esempio di fratellanza

Incontro del 19 maggio 2014 Milano Casa circondariale San Vittore. 
Davide Assael propone un esempio di fratellanza parlando di Giacobbe e Esaù.
Davide Assael, Azalen Tomaselli, Giorgio Cesati Cassin Simon Pietro De Domenico con le persone detenute.
Milano, giornata calda. Azalen scorge Giorgio Cesati Cassin intento a conversare con l’ospite del giorno: Davide Assael. Sopraggiunge Simone e dopo i rituali intoppi (introvabile l’autorizzazione e abituale visita all’ufficio educatori per scoprire l’arcano) si ritorna trionfanti sbandierando il prezioso lasciapassare. 

Al sesto secondo, un nuovo bibliotecario viene incontro e inizia a radunare i partecipanti, alcuni sono all’aria, ma si aggiungono alcuni nuovi. Azalen ha per la seconda volta dimenticato di portare il libro di Massimo Gramellini e promette di farsi un nodo per ovviare a questa ripetuta dimenticanza, imputabile all’età (il libro è stato promesso a un detenuto che non aveva potuto partecipare all'incontro sul libro del giornalista. vedi QUI). 

Anche il resoconto che Simone inizia a leggere, dopo un breve preambolo di presentazione, non è quello del 12 maggio. Giorgio si diverte a stuzzicare Azalen per le sue defaillances, ma alla fine è Simone a tagliare corto, riassumendo per i presenti il contenuto del precedente incontro. E' la proposta sulle "città invisibili" a tener banco: I partecipanti del Libroforum hanno deciso di scrivere alcuni testi su una città immaginaria che possa rappresentare la casa circondariale di San Vittore. Giorgio legge per primo, agli ascoltatori un po’ spiazzati, il suo bel testo. 

Poi ancora Simone commenta la città descritta da Renata nel precedente incontro (Vedi QUI): Questa Adichea è un roseto. Non è un luogo cupo, al contrario nella visione dell'autrice è una città che può rendere felici. Poi Simone si sofferma sul valore metaforico dell'immagine delle rose e delle spine: “Le rose siamo noi!” esclama Renata commossa, a conferma. 

L’argomento scivola verso il sentimento di solidarietà che si sviluppa in carcere e offre una sponda al tema della fratellanza, introdotto dall’ospite. 

Davide Assael esordisce pensando a alta voce davanti a un uditorio attento. “Ho ragionato sull’idea della fratellanza, non per trovare una risposta, ma per chiarirmi le idee… Chi è mio fratello, io mi sento più fratello con degli amici che hanno fatto la scuola con me, la fratellanza si costituisce tra militari, gente della stessa religione o dello stesso paese. Ho voluto cercare delle storie di fratelli per ragionarci assieme. A chi vi fa pensare il rapporto tra fratelli?”, “A Romolo e Remo” dice Michael. “A Caino e Abele, a Cam e Sem” si risponde dal gruppo. 

Davide allora propone di ripercorrere la storia di due fratelli gemelli: Giacobbe e Esaù