domenica 31 luglio 2011

La mia lettera al mondo, che non scrisse mai a me

Incontro del 21 luglio Milano Casa circondariale San Vittore
Considerazioni su morte, dolore e solitudine
Carmelo Pistillo presenta il suo libro I ponti, i cerchi edito da La vita felice

Carmelo Pistillo, poeta e uomo di teatro, trova Giovanni e Simone nel piccolo spiazzo  verde di piazza Filangieri,  di fronte l'ingresso di San Vittore. Si entra nella biblioteca che ospita gli incontri dove Carlos sta ancora disponendo le sedie  in cerchio. Oggi non ci sono molti partecipanti, Simone, Giovanni, Carmelo e dodici detenuti. Gli altri sono impegnati in colloqui, visite, processi, attività che punteggiano la vita dentro il carcere. Simone presenta  Carmelo Pistillo, invita Mattia, ormai scelto ufficialmente come lettore del gruppo, a leggere un articolo comparso su Il Giornale riguardante una sua precedente visita  al terzo reparto di San Vittore, con il Libroforum. Carmelo chiede ai detenuti di presentarsi, si alza e stringe la mano a tutti. 
Poi dà inizio all'incontro, con la lettura di Verrà la morte e avà i tuoi occhi, di Cesare Pavese, poeta per il quale Carmelo confessa di avere una particolare ammirazione. E' lo  spunto per la lettura di  una sua poesia Cesare e Costance che parla dello  sfortunato amore di Pavese per Costance Dowling. Carmelo illustra la sua raccolta di poesie I ponti, i cerchi, viaggio dell'anima fra le croci e le ombre di alcuni artisti e filosofi scomparsi, tra i quali figurano, oltre al già citato Pavese, Puskin, Rilke, Il PontormoSpinoza, Van Gogh, Balzac e la sorella Maria, morta prematuramente, a cui è dedicata l'intera silloge. Michele, un detenuto solitamente introverso, oggi sembra aver bisogno di dialogare, interrompe Carmelo e gli domanda: "Lei è uno scrittore, quindi conosce anche il significato dei sogni?"

giovedì 21 luglio 2011

Il marchio dell'invisibile

Incontro del 18 luglio, Milano. Casa circondariale San Vittore
l'invisibilità e gli haiku
Alberto Figliolia declama le sue poesie e insegna come comporre haiku

Il  18 luglio a Milano l’aria è fresca, salendo al secondo piano  del Sesto  si sentono  gli  schiamazzi che provengono dall’aria, dove forse stanno giocando a calcio.
Un detenuto del gruppo  ci introduce nella sala dove le sedie sono disposte in cerchio, è opera di Roman che si è auto-incaricato del ruolo di organizzatore. Azalen, Giovanni, Alberto e Simone aspettano che arrivino i partecipanti, alla spicciolata, come sempre
Alberto Figliolia, poeta, giornalista free lance per  varie testate, specializzato in cronaca sportiva, è ormai un art. 17, ha il permesso permanente per l’ingresso. Dopo qualche momento di presentazione  Giacomo, uno dei detenuti,  gli mostra un quaderno dove ha abbozzato la scaletta del romanzo che vuole scrivere. Gli altri parlottano e il clima si riscalda, è il momento di iniziare. Si parla di poesia. 


mercoledì 20 luglio 2011

L'odissea di una migrante

Incontro del 4 luglio Milano Casa circondariale San Vittore
Etenesh, L'odissea di una migrante
Paolo Castaldi presenta il suo libro Etenesh edito da Becco Giallo

C’è un caldo bestiale a Milano che imbottiglia la città, mentre si percorre via degli Olivetani. Paolo Castaldi aspetta davanti al bar. Si entra, solite procedure e attraversamento dei cancelli. Solite presentazioni dei presenti, si fa un giro dei nomi dei presenti. Paolo inizia a parlare del suo libro, una graphic novel reportage che racconta il viaggio della speranza di una donna etiope. Una storia tra tante. Nel gruppo ci sono persone di etnie, culture diverse che hanno abbandonato la propria casa e il proprio paese, alcune affrontando la traversata del deserto o imbarcandosi nelle "carrette del mare" come nel racconto di questo libro. Tutte con la prospettiva di un futuro migliore. E’ una fragile speranza che si spezza quando si varcano le frontiere e si passa attraverso altri paesi del continente africano, inospitali e spesso ostili. Allora si diventa ostaggio di forze e di frangenti che è impossibile prevedere. Inizia l’odissea di arresti, di detenzioni, di trattamenti inumani, si perdono i diritti e si entra nel ruolo di clandestini, di ostaggi, di “invisibili”. I morti non si contano, ci sono solo stime approssimative: 1703 morti dal 1996 secondo Fortress Europe, blog di Gabriele del Grande e principale osservatorio sul web. Qualcuno dei presenti ha commesso il reato di clandestinità e parla di queste aspettative infrante. 


sabato 16 luglio 2011

Nam-myoho-renge-kyo

Incontro del 11 luglio Milano Casa circondariale San Vittore
Il percorso del Soka Gakkai per scoprire la buddità
Antonio Mercurio presenta il suo libro Requiem nel bosco edito da Excogita Editore

Abbiamo appuntamento con Antonio Mercurio chirurgo e urologo oltre che scrittore e poeta, all'ingresso di San Vittore. Ci addentriamo nell’atrio di San Vittore, lasciandoci alle spalle la luce violenta che invade la piazza. Superati i controlli, saliamo al sesto e aspettiamo che Cortez il giovane sudamericano apra le celle e i detenuti prendano posto nella sala adibita a biblioteca. Antonio Mercurio inizia a parlare del suo giallo Requiem nel boscosoffermandosi sul personaggio principale, l’uomo medio senza qualità, l’uomo senza odore che vive una vita monotona e priva di slanci. Espone le linee narrative del romanzo senza svelare ciò che porterà allo scioglimento dell’intreccio. Poi si parla di come si possa migliorare l’esistenza anche in condizione negative e deprivanti. Per Antonio Mercurio la via che libera dalle corazze che ingabbiando l’uomo gli impediscono di dare un senso alla sua vita è il risveglio spirituale e la disciplina interiore. Racconta del suo incontro con il buddismo e distribuisce ai presenti un libretto che contiene alcuni essenziali insegnamenti della etica religiosa buddista: Felicità di questo mondo, un percorso alla scoperta del buddismo e del Soka Gakkai. Ciascun uomo possiede la buddità - spiega- una forza interiore in grado di rigenerare lo spirito e di immergerlo in quel flusso di vitalità che percorre l’universo.


venerdì 15 luglio 2011

Saggio su Leone Tolstoj

Incontro di Marzo Milano Casa circondariale San Vittore
Il processo di 
Katjuscia Maslova

Simon Pietro De Domenico dialoga con i detenuti

Bruno Milone con Azalen e Giovanni varca il portone di San Vittore. Lungo il tragitto che porta al sesto Azalen gli riferisce di avere letto ai detenuti alcuni capitoli del suo saggio su Leone Tolstoj. Dopo le presentazioni, Il clima si fa subito cordiale e caldo. Bruno racconta la vita del grande scrittore più conosciuto per i suoi romanzi che per la sua produzione saggistica, accusata ingiustamente di superficialità e di povertà intellettuale. Si sofferma sulla sua “utopia” di una società fondata sulla fratellanza, affrancata da un potere che si esercita attraverso la violenza e lede i diritti degli uomini, sottoponendoli a volte a condizioni inique. Presenta il suo saggio, intitolato: Tolstoj e il rifiuto della violenza, in cui, sulla scorta degli scritti di Isaiah Berlin, Cesare Borri, Walter Bryce Gallie, rivaluta il pensiero filosofico e la spiritualità di Tolstoj molto spesso banalizzati o fraintesi.