venerdì 27 giugno 2014

Lo stile delle città invisibili

Incontro del 16 giugno 2014 Milano Casa circondariale San Vittore. 
Iginia Busisi Scaglia nell'ambito del progetto: Le città invisibili, parla di stile letterario.
Iginia Busisi Scaglia, Azalen Tomaselli, Giorgio Cesati CassinLeandro Gennari Simon Pietro De Domenico con le persone detenute.
Oggi la troupe del Libroforum è numerosa. Infatti al gruppo storico (Azalen, Simone, Leandro) si è unita la poetessa Iginia Busisi Scaglia

Al sesto secondo, Giorgio ritenuto a torto latitante è già all’opera e impegnato a spiegare a un partecipante alcune regole del gioco degli scacchi. La scacchiera con i pezzi è su un banco e lo scacchista Giorgio (secondo nazionale) dà alcuni suggerimenti sull’apertura al giovane, interrotto dall’arrivo dell’ospite e degli ultimi ritardatari. 

A gruppo riunito si dà l’avvio all’incontro con l’usuale lettura del resoconto. Prosegue il progetto sulle orme di Calvino de Le città invisibili (Vedi Incontri: 12 maggio, 5 maggio, 9 giugno), Simone rinnova l’invito a cimentarsi nella scrittura chiedendo a Renata se ha portato la Adikea, che aveva promesso di completare e leggere nel gruppo. 

Renata, con dispiacere racconta di averla smarrito. Ma è Michael a dare un saggio della sua scrittura, dopo avere precisato di essere insoddisfatto della sua prova. Avrebbe voluto imitare il testo di Jerry, spiega “rendendo più chiaro, in questo momento qua, quello che sto vivendo” ma ha finito per dare una raffigurazione negativa della sua città. Su sollecitazione di Simone, che lo invita comunque a leggere il suo scritto, esce e ritorna con alcuni fogli di appunti. 

La lettura della sua città invisibile suscita immediato interesse, la narrazione si sviluppa con un climax, prendendo le mosse da una situazione normale: i preparativi per andare in un villaggio vacanze fino alla scoperta di ritrovarsi in un luogo squallido e inospitale. 

Quando finisce di leggere, Simone osserva che vi sono aspetti originali, ad esempio l’analogia tra il carcere e un villaggio vacanze e elementi descrittivi come l’insegna del villaggio "vecchia come la polvere", che colpiscono l’immaginazione. 

Invita Michael a leggere il testo di una sua canzone rap dal titolo Mi metto in gioco

Iginia chiede spiegazioni sul progetto e propone la sua città, ideata come un gigantesco outlet dove le persone sono condizionate a acquistare vestiti, borse, scarpe di cui non hanno bisogno per il desiderio effimero di una griffe da esibire. 

Giorgio parla di un libro di Sebastiano Vassalli, intitolato il cuore di pietra, ambientato in un palazzo che sorge dentro i bastioni della città. Potrebbe essere un esempio per le città invisibili, perché è la storia del palazzo di cosa accade là dentro: amori strani, ancillari, impossibili, gli sforzi, le angosce e le passioni che animano i suoi personaggi. Una visione melanconica che fa vedere l’inutilità di tanto affannarsi da parte degli uomini che vivono e muoiono lasciando solo una pallida traccia del loro passaggio. 

Poi è il turno di Maia che legge la sua città invisibile popolata di luci e di ombre.

Simone commenta: “Sarebbe bello che ogni città si focalizzasse su un tema. Come si è visto nella città di Maia che rende più forti, e ha valenza trasformativa per i suoi abitanti”. 

Giorgio: “Oppure una città che rende servili" e Leandro soggiunge: “Un possibile tema è la notte con i suoi desideri e con una turba di pensieri che si affollano nel silenzio". Maia approva: “Quando arriva la riflessione totale, è la notte”. 

È l’ospite a questo punto a intervenire nel dialogo: "Avrei voluto parlare dello stile nella scrittura, ma mi voglio agganciare al discorso della città, perché anche le città hanno uno stile: Roma ci rievoca l’antico, Vienna , gli imperatori, il Cairo, il deserto assolato, lo stile si può applicare a qualsiasi cosa. Oggi avete letto tre testi, scritti in stili diversi, vorrei leggervi due poesie sulla città"

La lettura di Cantieri metropolitani e di Finestre di notte da Sfogliando un girasole Otma edizione, 2009 è salutata dagli applausi dei partecipanti. 

La prima lirica è un inno alle immagini della città declinata nei suoi aspetti più prosaici, vetture, gru, cemento, ponti, parcheggi, mercati, traghetti, aerei e piste puntellate di luci. 

La seconda lirica Finestre di notte, descrive le strade notturne, abitate da paure ancestrali (i fari delle macchine brillano come occhi di lupi e i muri sono tane di streghe) dove il chiarore delle finestre, al rientro, infonde una familiare sicurezza. 

Per dimostrare la diversità degli stili Iginia legge La vispa Teresa di Luigi Sailer, un poeta sconosciuto ma autore di una filastrocca universalmente nota, nella versione originale dell’autore e nel rifacimento scherzoso alla maniera di Dante, Palazzeschi, Marinetti… 

La parola stile è determinante nella storia dell’arte, è la cifra inconfondibile di ogni artista. 

Azalen domanda ai partecipanti “Che cosa è per voi lo stile?" Michael risponde: "È il modo di vivere, aggressivo, passivo, romantico, gentile…" Giorgio chiede provocatoriamente: “Se nella città si fosse costretti a vestire tutti allo stesso modo?” Simone osserva come nei documentari sui penitenziari americani si vedano i detenuti tutti vestiti allo stesso modo. Iginia dice: "È importante non farsi cancellare il proprio stile"

Sulla definizione di stile c’è una concordanza nel ritenerlo l’espressione dell’interiorità attraverso segni esteriori, modo di vestire, di atteggiarsi, di agire abituale, elementi distintivi della persona… 

Jerry nota che anche il modo in cui una persona tiene la casa denota dei tratti caratterizzanti della sua personalità. 

La conversazione si anima per l’intervento di molti partecipanti. Leandro Gennari afferma che lo stile è la risultante del carattere dell’uomo, se uno è dolce non potrà mostrarsi con uno stile aggressivo, tranne che non gli sia imposto. Per Simone lo stile fa riferimento a un io ideale e si fonda sull’imitazione che è insopprimibile perché ogni individuo segue dei modelli. 

Per alcuni l’imitazione è una forma di condizionamento che limita l’espressione originale, come nella moda che omologa il modo di essere entro forme dettate dagli stilisti. Per Simone, al contrario, la presenza di un modello è essenziale, e non preclude il cambiamento. 

Leandro sostiene la varietà e la variabilità dello stile anche nell’arco della vita. John concorda con Simone che lo stile si forma attraverso l’imitazione dei modelli familiari che concorrono alla costruzione della personalità. 

Per Iginia sono molti i fattori condizionanti: il periodo storico, il paese, gli usi e tutti plasmano la personalità. 

Michael estende il discorso alla musica e osserva ironicamente che oggi in Italia si cantano canzoni di PSY pseudonimo del cantante sudcoreano Park Jae Sang, che nel 2012 ha lanciato la canzone Gangnam style, senza afferrare il senso del testo. 

Alla fine dell’incontro John e Jerry si punzecchiano sulla mancata restituzione di una radio, per l’inadempienza di Jerry non sollecito a farsela riconsegnare da chi l’aveva avuta in prestito. Non ricordandosi il numero della cella, aveva passato tutto il tempo a chiedere notizie della fantomatica radio. 

L’episodio allieta il gruppo che si separa con saluti e ringraziamenti, dandosi l’appuntamento per il prossimo lunedì.

* I nomi dei detenuti sono di fantasia

Nessun commento:

Posta un commento