mercoledì 30 ottobre 2013

La vispa Teresa di Trilussa e I guardiani della sogliola

Incontro del 21 ottobre 2013 Milano Casa circondariale San Vittore. 
Un momento di svago al sesto secondo di San Vittore.
Azalen Tomaselli, Giorgio Cesati Cassin e Simon Pietro De Domenico con i detenuti.
Milano ha una patina di grigio che vela questo ottobre avaro di sole. Al sesto secondo, Azalen, in ritardo, trova Giorgio Cesati che presenta divertito la sua ultima fatica letteraria: I guardiani della sogliola, pubblicato su ilmiolibro.it. Dopo i saluti, si riparte con l'apertura, ormai canonica, del resoconto. Le reazioni e gli interventi del piccolo gruppo punteggiano alcuni riferimenti all'argomento "giustizia", sollevati da un articolo, apparso sul Corriere. E' una sventagliata di discorsi su temi cruciali come: il mancato ricorso alle misure alternative, la mancanza di lavoro, l'inattività forzata, le condizioni di vita degradanti e il carattere estremo della pena detentiva, spesso applicata quando non ne ricorra la necessità. A questo proposito, un partecipante esprime il suo disagio, ai limiti della capacità di resistenza, nel trovarsi catapultato in un sistema che non gli appartiene e al quale non riesce a adattarsi. E' una confessione drammatica, alla quale seguono altre testimonianze accorate. 

lunedì 21 ottobre 2013

La gioia di vivere

Incontro del 14 ottobre 2013 Milano Casa circondariale San Vittore. 
La gioia di vivere è anche saper fare tesoro delle esperienze negative.
Azalen Tomaselli, Giorgio Cesati Cassin e Simon Pietro De Domenico con i detenuti.
Oggi sul cielo si stende una trama di nuvole grigie, che pervade di malinconia. Al sesto secondo Giorgio, Simone e Azalen trovano il piccolo gruppo del Libroforum. Qualcuno è nuovo e si presenta, entrando. Gio informa che Zero mancherà perché si è iscritto a un altro corso. Si parla dei corsi considerati più utili e viene fuori l'esigenza di avere conoscenze sulle norme di legge, sul diritto. Simone precisa: "anche sui diritti dei detenuti", riscuotendo il consenso dei presenti. Poi si riprende un argomento che era stato già in parte discusso, durante l'ultimo incontro : “come ottenere il rispetto per garantire una serena convivenza e, soprattutto, come non reagire alle provocazioni?


Un detenuto afferma che anche la sopportazione ha dei limiti, oltrepassati i quali, si perde il controllo, racconta di una sua esperienza con un compagno di cella. Giorgio dice di sé: “Sono reattivo alle ingiustizie, però faccio le rimostranze e non reagisco” Sottintende che si possono fare valere le proprie ragioni senza trascendere e senza ricorrere all'uso della violenza. Poi sembra interrogarsi. Cosa conviene fare di fronte alla iattanza di chi vuole esercitare il proprio dominio? La sua ricetta non è preconfezionata, ci sono vari modi. Lui evita una reazione simmetrica “distraendo la mente; la scrittura", precisa "è una fuga". Poi scherza: “ Quando ho finito di scrivere, soffro di crisi post partum, mi sento vuoto, non ho la montata lattea, sono in attesa di un'idea perché per me la scrittura è una salvezza”. Qualcuno dei partecipanti rileva che in carcere i rapporti non sono paritari e il detenuto è visto come un mostro. Giorgio allora tira fuori un articolo apparso sul Corriere, chedendo se le situazioni descritte corrispondano alla effettiva realtà del sesto secondo. L'articolo è stato mandato al giornale da un ex imprenditore, vittima di un errore giudiziario (processato in contumacia per bancarotta fraudolenta, pare per un difetto di notifica), reduce da un soggiorno di quaranta giorni nelle patrie galere.

mercoledì 16 ottobre 2013

Le camille

Incontro al Femminile del 24 settembre 2013 Milano Casa circondariale San Vittore. 
Storia di un rosso mensile: due attrici si confrontano con le detenute sulle mestruazioni. 
Deborah MoreseDafne NiglioAzalen Tomaselli, Sonja Radaelli, Antonella Cavallo, Francesco Lossani, Giorgio Cesati Cassin e Simon Pietro De Domenico con le detenute.
Martedì 24 settembre nella biblioteca di San Vittore, Deborah Morese e Dafne Niglio hanno incontrato le ragazze del reparto femminile per parlare di un argomento “di genere”. Il titolo, scelto dalle due attrici di teatro, è allusivo e brillante: Le camille. Sottotitolo: storia di un rosso mensile. Oltre alle detenute, il pubblico è composto dalle volontarie e dai volontari del progetto Parole in Libertà. Un tiepido sole di settembre illumina il cerchio delle partecipanti mentre ascoltano un po' sorprese le due attrici che sciorinano una gustosissima e comica sfilza di perifrasi per svelare il tema dell'incontro: le mestruazioni. E' un fuoco di fila di sinonimi e curiosi modi di dire con cui solitamente in tempi diversi le donne hanno nominato il mestruo: 
"Ho il marchese, fiori, ragione, purghe. Il marchese dal francese gergale maquis, marquer: segnare, marcare, le mie cose, e poi ancora, c'ho le lune..le regole, sono indisposta."
Nel gioco teatrale, Deborah e Dafne, affiatate e disinvolte, interpretano con ruoli antagonistici le due contrastanti maniere di vivere questa condizione da parte delle donne. Alcune, felici di questo stato di grazia, altre, infastidite e tendenti a negarlo. L'effetto è divertente e strappa qualche risata. Poi è la volta di un estratto da I monologhi della vagina, di Eve Ensler, un testo che inanella un ventaglio di esperienze relative al fatidico arrivo del mestruo.
Non credevo che mi sarebbero venute. 
Hanno cambiato completamente il mio modo di sentire me stessa. Sono diventata molto silenziosa e matura. Una brava donna vietnamita – una tranquilla lavoratrice, virtuosa, che non parla mai. 
Nove anni e mezzo. Ero sicura che sarei morta dissanguata, ho appallottolato le mutande e le ho buttate in un angolo. Non volevo preoccupare i miei genitori.

martedì 15 ottobre 2013

I detenuti commentano la trasmissione Piazza Verdi

Incontro del 8 ottobre 2013 Milano Casa circondariale San Vittore. 
Come i detenuti giudicano l'informazione sul carcere. Si parla abbastanza di ingiustizie e degrado?
Azalen Tomaselli e Simon Pietro De Domenico con i detenuti.
Una pioggia sottile riga l'aria di settembre. Al sesto secondo, entriamo in una saletta rettangolare. Un giro di sedie attorno a un tavolo dove troneggia un vaso fiorito. I partecipanti arrivano uno alla volta. Dopo i saluti, Simone legge il resoconto e l'articolo pubblicato sulla trasmissione di Piazza verdi (www.piazzaverdi.rai.it). Le reazioni sono tiepide. E Simone domanda: "Cosa pensate di questo modo di fare conoscere la realtà carceraria?" Le risposte sono immediate e lievemente risentite. Gio afferma: "Quella che si racconta è una realtà che non esiste, presenta gente che viene riabilitata e che rappresenta l'uno per cento della popolazione. Si dovrebbe dare risalto a quanto la reclusione peggiori le persone". Un altro partecipante sostiene: "Il problema non è la privazione della libertà che, in linea teorica è giustificabile, è la privazione della dignità, 21 ore in cinque, chiusi in una cella, la tua parola che non esiste; queste presentazioni servono alla demagogia politica. Perché non si parla di come sono i cessi all'aria?" Zero ammette che ci sono dei benefici, come l'articolo 21, ma bisogna avere certe caratteristiche. Mitiga: "Non bisogna fare di tutte le erbe un fascio".
I partecipanti insistono sulla impossibilità di descrivere una realtà "che va provata sulla pelle" per essere tradotta in parole. 


mercoledì 9 ottobre 2013

Un romanzo collettivo al centro clinico di San Vittore

Incontro del 16 settembre 2013 Milano Casa circondariale San Vittore. 
Un giallo a più mani dei detenuti del centro clinico su carcere e finanza. 
Dario Guerini, Azalen Tomaselli e Simon Pietro De Domenico con i detenuti.
Oggi una morbida caligine avvolge la città. Simone e Azalen con Dario Guerini, un bocconiano, esperto di finanza e impegnato in politica, varcano i cancelli e arrivano al sesto. Le aspettative sono buone ma quando l’aula cella si svuota del gruppo di partecipanti, il cerchio delle sedie si stringe. L’uditorio è composto da tre detenuti. Tra di loro, un nuovo iscritto che entra presentandosi e si siede rimanendo silenzioso con lo sguardo fisso nel vuoto. Iena consegna il testo per la trasmissione RAI che sarà registrata tra breve. Anche Zero ha scritto le sue considerazioni sui nostri incontri (leggeremo entrambi i testi in seguito). L’attesa che alla spicciolata arrivino altri partecipanti si fa vana, man mano che i minuti scorrono. Un agente chiama il nuovo venuto, seguito da Iena, a sua volta invitato a andare fuori. Sapremo più tardi che è stato disposto il suo trasferimento in un altro istituto di pena. Dario Guerini presenta il suo laboratorio di scrittura al Centro clinico, finalizzato alla produzione di un giallo, soffermandosi sui partecipanti del suo gruppo: persone che hanno bisogno di cure e non possono stare nelle celle comuni. Il giallo, scritto a più mani, è ambientato a San Vittore. 

La trama: un delitto consumato in carcere mette in moto una complessa macchina narrativa: gli intrighi e i complotti della finanza deviata complice della criminalità.


venerdì 4 ottobre 2013

RAI Radio 3 - Piazza Verdi a San Vittore

La radio a San Vittore

Il cortile del reparto femminile di San Vittore ha ospitato il 25 settembre 2013 la registrazione di Piazza Verdi, la trasmissione radiofonica andata in onda sabato 28 settembre. 

Dal sito di Piazza Verdi è possibile scaricare i podcast. Podcast Piazza Verdi.

Questa volta la creatività è stata di casa tra le mura del cortile del carcere dove i detenuti "prendono l'aria". Davanti ai microfoni si sono avvicendati la direttrice dr.ssa Gloria Manzelli, i volontari e le persone recluse per presentare le attività culturali che si svolgono a San Vittore. E' stata l'occasione per uscire dagli stigmi che inevitabilmente identificano la realtà carceraria e per mostrare invece l'importanza della cultura nel percorso di risocializzazione. 

Musica, teatro, scrittura sono stati i protagonisti di questo pomeriggio di fine settembre. Nelle tre ore di intrattenimento hanno preso la parola i detenuti e i responsabili dei vari progetti per spiegare a un pubblico più vasto il senso e la portata della cultura in un contesto detentivo.