giovedì 27 settembre 2012

Considerazioni di Iginia Busisi Scaglia

Incontro del 17 settembre, 2012 Milano Casa circondariale San Vittore
Iginia Busisi Scaglia scrive dell'incontro con i detenuti (vai QUI per il resoconto)
Tutto è cominciato alla premiazione del concorso di poesia a cui ho partecipato “Il vino e le sue terre” ad Alice Bel Colle. Dopo la cerimonia i complimenti, gli abbracci che certamente gratificano non per il prestigio, ma per l’affetto che si sente completo e sincero, sono stata avvicinata da una signora; Azalen, dolce di voce e di fatto e mi ha detto “verrebbe nel carcere di San Vittore a parlare di poesia ai detenuti?”.
Sono andata a San Vittore. Controlli di rito, porte e scale blindate, piccoli uffici, studio medico, scrivani per gli stranieri e poi l’incontro con i detenuti. Chi è venuto e ha passato due ore con noi: Azalen, Simone ed io, ha rinunciato all’ora d’aria perché le due cose coincidevano. Abbiamo parlato, hanno parlato, le menti libere tra muri pesanti e senza orizzonti. Ognuno con la sua storia: Roman col pensiero ai suoi dieci figli, Matthäus riservato, ma con gli occhi umidi, qualche battuta, qualche sorriso. Simone con qualche intervento mirato ha attualizzato problemi antichi. Azalen serena moderatrice.
Abbiamo letto qualche poesia, ho ascoltato i loro commenti con vero piacere, la partecipazione mi ha commosso, a questo serve la poesia: a trasmettere, come la musica deve diventare un coro. 

Mi inviteranno ancora?
Spero proprio di si.

* I nomi dei detenuti sono di fantasia

lunedì 24 settembre 2012

L'infinitino

Incontro del 17 settembre 2012 Milano Casa circondariale San Vittoree. 
Iginia Busisi Scaglia presenta Sfogliando un girasole
Iginia Busisi Scaglia, Azalen Tomaselli e Simon Pietro De Domenico con i detenuti
Riprende il Libroforum. Oggi Simone e Azalen ritornano a San Vittore dopo l’intervallo estivo. L’aria di settembre ha spazzato via la calura che alitava sulla città mentre nel cielo una fuga di candide nuvole va chissà dove. Di lontano appare la figura sottile di Iginia Busisi Scaglia davanti al solito bar di via Olivetani. Una sosta per scambiarsi poche parole e iniziare a conoscersi, poi si attraversa la trafila di porte e cancelli che si aprono e chiudono fino a un piccolo locale che ci accoglie. Due nuovi detenuti si sono aggiunti ai vecchi frequentanti che ci salutano con calore, mentre dal cortile salgono voci e risate. Si entra subito nel vivo, con la voce musicale di Iginia che anticipa di volere parlare della semplicità e di piccole cose quotidiane e legge La panchina, tratta dal suo volume di poesie Sfogliando un girasole, Otma Editore. Versi che trasportano immediatamente i presenti su un prato punteggiato di piccoli fiori azzurri, in compagnia di pensieri che non riescono a essere tristi, nonostante i muri scribacchiati e lo squallore disadorno della periferia cittadina. Un detenuto si commuove e afferma: “Questi versi siamo noi, che abbiamo perso valori, correndo un po’ troppo, dobbiamo tarare la nostra anima sull’amore..” e ancora: “Mi sono ritrovato, quando sono entrato in carcere, a tirare tutto il bene che avevo dentro” Iginia cita L’infinito di Leopardi e dice che lei è stata sempre affascinata da questa poesia, e soggiunge con arguzia, per me, più modestamente, parlo di infinitino. 


venerdì 21 settembre 2012

Trovare un senso nel vivere

Incontro del 23 luglio 2012 Milano Casa circondariale San Vittoree. 
Pier Luigi Bonora presenta Di me dell'amore alla vita
Pier Luigi Bonora e Azalen Tomaselli con i detenuti
Luglio sfiata il suo caldo, arroventando la città. Azalen incontra Pier Luigi Bonora (autore di Di me dell'amore alla vita) al metrò di Loreto. Un saluto e il risalire della memoria a un invito a cena che si era protratto fino alle tre del mattino, in un tempo infinitamente lontano. Si entra al sesto e Pier Luigi Bonora prende la parola dopo una breve presentazione. L’uditorio è immediatamente catturato dal suo racconto che scorre affabile, suggestivo, come una cascata iridescente. Pier Luigi ha la rara qualità di immergere l’ascoltatore nel palcoscenico del mondo e di accompagnarlo con garbata sapienza, mostrandogli un caleidoscopio di esperienze personali, di argomenti di arte , di storia e di cultura.. A tutti lascerò vedere l’involucro del sogno, promettono alcuni suoi versi, e in effetti questo scienziato prestato alla poesia si presenta come un curioso viaggiatore pronto a cogliere la malinconia del bello che sfiorisce, la tragedia e la commedia della vita che sempre si rinnova.