lunedì 5 maggio 2014

L'ultima riga delle favole

Incontro del 14 aprile 2014 Milano Casa circondariale San Vittore. 
L'ultima riga delle favole di Massimo Gramellini. Parlare di bellezza.
Azalen Tomaselli, Leandro Gennari Simon Pietro De Domenico con le persone detenute.
Oggi c’è un bel sole splendente e Leo Gennari, Simone e Azalen salgono, come al solito, lo stretto budello che porta al sesto secondo. Fuori l’aula c’è un’insolita animazione, rotta da un alterco tra persone nel corridoio. L’attesa è lunga, poi compaiono due partecipanti, un terzo viene a salutare perché, si giustifica, si è iscritto al corso d’inglese. 

Alla fine si inizia con la lettura del resoconto seguita dalla proposta di un libro saggio scritto da un giornalista, Massimo Gramellini. L’ultima riga delle favole. Un romanzo fiabesco in cui il protagonista, Tomàs, un uomo burbero e scontento di sé, si trova proiettato in un luogo sconosciuto dove sente riaccendere in lui quella scintilla di curiosità che langue in molti esseri umani. 



Inizia così un viaggio simbolico che lo porterà alla scoperta dell’amore e della essenza della vita. L’amore da donare agli altri diventa per Tomàs la "prova" da affrontare con talento e impegno. Ma questo sentimento per essere realizzato deve passare attraverso la conquista dell’amore di sé. 

Sotto le apparenze della favola l’autore si interroga e interroga i lettori sui tanti perché, sulle domande che compongono l'ordito e indirizzano la loro esistenza. Qual è il senso del dolore? Esiste l’anima gemella? In che modo la vita ordinaria può acquistare i colori e la magia di una favola? 

Un libro che può irritare per la sua scarsa aderenza alla realtà, nelle sue variegate sfaccettature, che ne ignora gli aspetti più crudi per ridurla a un racconto zuccheroso, infarcito di frasi edificanti, di una elevazione spirituale. Ma, tra le pieghe della favola, traluce qualche verità, come quella contenuta nelle parole rivolte al protagonista dal medico delle acque (una sorta di guru che ha il compito di accompagnarlo in questa sua conversione): 


Cerca le tue qualità positive ed espandile con l’immaginazione. Poi liberati della zavorra dei sensi di colpa e sostituiscili con il senso di responsabilità. Così incomincerai a volerti bene per quello che sei, ma proverai anche il desiderio di cambiare. Amare il prossimo sarà una conseguenza.

O ancora, la definizione non del tutto scontata della bellezza come passione e energia. Quella vis che rende immortali le opere d’arte e attrae irresistibilmente le donne, più di un’auto potente o di un conto in banca. 

"Ma come faccio a avere passione se è proprio questo che mi manca?" Chiede desolato il protagonista, vestendo i panni dell'uomo comune privo di entusiasmo e di curiosità.. "Uscendo dal gorgo del proprio io e identificandosi con il bello della natura, dell’arte e delle persone che si incontrano" è la risposta che identifica nell'egoismo la radice della decadenza.. 

L’argomento dell’amore e della strada da percorrere per conquistarlo interessa un partecipante che esclama "Mi piacerebbe averlo questo libro!". 

Leo Gennari parla dell’amore come responsabilità e scelta che impegna alla fedeltà, mentre Simone che ha ascoltato in silenzio mostra tutta la sia diffidenza. Critica  il registro e la semplificazione buonista di temi ben più complessi. 

L’incontro si conclude con i saluti e gli auguri per la prossima festività pasquale.

* I nomi dei detenuti sono di fantasia

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