Incontro del 1 agosto Milano Casa circondariale San Vittore
Poeti da tutto il mondo
Alberto Figliolia parla di poesia con le persone detenute.
L’afa di agosto dà la sensazione di viaggiare dentro una bolla di vapore mentre si percorre via degli Olivetani. Giovanni e Alberto sono nel piccolo spiazzo verde a attenderci. Entriamo e sentiamo immediatamente la frescura dell’androne.
L’unica sensazione piacevole quando si varca il pesante portone a apertura automatica. Breve sosta negli uffici perché Alberto deve munirsi del pass, poi ci si avvia.
Incontriamo Carlos che ha già disposto le sedie e Roman già in postazione, gli altri arrivano a due e a tre. Alberto Figliolia estrae dalla borsa alcuni volumi di poesie che lascerà ai partecipanti.
Ne legge una composta da un poeta nigeriano perché nel gruppo c’è un giovane originario della Nigeria. E’ un dialogo irridente tra una signora e un uomo di colore. La signore vuol sapere di che colore sia la sua pelle se di cioccolato al latte o nero fondente..e si spinge fino a chiedere dettagli imbarazzanti su alcune parti anatomiche del suo interlocutore.
Tutti ridono e anche Eddy si lascia sfuggire un sorriso melanconico. Alberto ha anche portato alcune poesie di uno dei maggiori poeti rumeni. A questo punto Angel, che ha ascoltato con viva attenzione si alza e annota i nomi dei maggiori poeti nazionali chiedendo di potere leggere qualche loro testo.
Poi è la volta di Pablo Neruda letto in lingua originale e nella traduzione italiana. La lettura prosegue con altri autori; alcune poesie esprimono la tristezza e fatica dei migranti, il dolore delle madri che chiedono i corpi dei figli scomparsi nel mare.
Uno dei partecipanti ha iniziato a scrivere un diario. È Eddy. Simone che ha tradotto dall’inglese gli chiede se trovi corrispondenza con il testo originale.
Si leggono queste pagine pervase dal tenero amore di un padre che vede per la prima volta il figlio e da un sentimento di resa a un Dio che non punisce ma che permette un male come la carcerazione per scongiurare un pericolo maggiore (l’omicidio durante una lite in una discoteca).
Le parole di Eddy creano una palpabile commozione. C’è un bisogno di comunicare e esprimersi che è tarpato dalla impossibilità di concentrarsi, anche leggere diventa difficile, osserva Giacomo quando devi condividere uno spazio ristretto e conciliare le tue esigenze con quelle degli altri.
La lettura di alcune favole alleggerisce il clima. Sono brevi racconti quasi degli apologhi con una morale che può adattarsi ai giorni nostri. Ricalcano le favole di Esopo che hanno come protagonisti degli animali caratteristiche, è un modo per alleggerire la tensione indotta da argomenti come la pena, la carcerazione e l’iter giudiziario.
Scambiate le rituali strette di mano si va via.
* I nomi dei detenuti sono di fantasia
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