giovedì 13 giugno 2013

Antonella Cavallo e Sonja Radaelli in visita a San Vittore

Incontro del 3 giugno 2013 Milano Casa circondariale San Vittore. 
Antonella Cavallo e Sonja Radaelli presentano i loro romanzi 
Antonella CavalloSonja RadaelliDavide Radaelli, Azalen Tomaselli e Simon Pietro De Domenico con i detenuti.
Stracci di nuvole tappezzano il cielo, giugno bizzoso costringe a munirsi di ombrelli. Antonella Cavallo, Sonja Radaelli e Davide Radaelli giungono al sesto secondo. Sono preceduti da Azalen che si è incaricata di radunare i partecipanti. Al loro arrivo, nell’aula cella avviene il ricambio dei gruppi, qualche partecipante accende una sigaretta e sosta nel corridoio. Dopo una breve introduzione e la lettura rituale del resoconto, Azalen presenta le due ospiti. Animabella si allontana per accordare la chitarra, dopo un po’ rientra e arpeggia qualche nota melanconica fino al termine dell’incontro. E’ Antonella Cavallo a prendere per prima la parola. 


Estrae il suo romanzo La pietra dei sogni Edizioni Akkuaria. "Il filo rosso del libro è la scelta", premette. Infatti, tutti i personaggi sono posti davanti a azioni che imprimono una direzione imprevista alle loro esistenze. A partire dall’incipit: la notizia dei funerali di Filippo, il fidanzato respinto da Lucrezia, la protagonista, si dipanano diverse traiettorie che mettono in corto circuito passato e presente. Rinunce, segreti familiari, passioni, vizi, l’omosessualità celata di Filippo si compongono in un puzzle. Un pacco di lettere d’amore, custodito da una parente e consegnato a Lucrezia, getta luce su misteri, dolori, misfatti. 

Poi è Sonja a introdurre il personaggio del suo romanzo: La moglie imperfetta Edizioni Akkuaria. Teresa, una donna dal passato equivoco, sposa il medico di un piccolo paese di provincia. La morte inspiegabile dei fratelli Brovelli, vecchi e ricchi antiquari, che la donna accudiva riaccende sospetti e calunnie su di lei. Alla fine il mistero si dissolverà e ogni personaggio di questa intricata storia potrà raccontare la propria verità. Deus ex machina è l’anziano signorotto di questo luogo inventato, Bregulio, il cavalier Tenconi, che spingerà abilmente gli abitanti del paese a svelarsi.. 

Davide Radaelli, nipote dell’autrice individua il tema dell’appartenenza come tema conduttore del romanzo. Teresa non appartiene alla piccola comunità di Bregulio, come il protagonista delle Notti bianche di Dostoevskij, che considera come unici amici i palazzi e gli sconosciuti che incontra quando esce dalla sua povera abitazione. Un giovane, che come tutti i personaggi dell’autore russo, impersona l’inettitudine a partecipare alla vita da parte di una gioventù malata di inedia. 

Simone a questo punto chiede a Sonja quale sia stata la spinta per scrivere. Le favole, risponde prontamente "esaurite le favole classiche, quando sono nati i miei figli, ho incominciato a inventarle e quando si addormentavano ricordavano il punto in cui si era arrivati". Il più grande complimento è venuto dal figlio che dopo molti anni le ha chiesto: ”Come finiva quella storia?”. 

Un nuovo partecipante parla della muraglia che si innalza all’atto di scrivere tra quello che si pensa e quello che si scrive. E’ lo spunto offerto alle due autrici per parlare del corso di scrittura dove è nata la loro amicizia. Sonja maliziosamente allude alle “olive” di Antonella Cavallo, protagoniste di un racconto thriller, letto a voce alta durante una delle lezioni. Antonella parla a sua volta del potere terapeutico della scrittura. Poi accennano al progetto di scrittura collettiva che con Azalen e Simone stanno portando avanti al reparto femminile di San Vittore (vedi QUI). 

Su invito di Simone la stessa Antonella legge (con ammirevole padronanza) un dialogo immaginario tra i personaggi del romanzo La moglie imperfetta e la sua autrice, dopo che Iena rivelando doti di attore professionista, è entrato mirabilmente nella parte del cavalier Tenconi, facendo ridere di gusto tutti. Più impacciato ma in tono con la parte, Zero, che accetta di giocare. 

Poi il discorso si fa serio e le due autrici esprimono il loro impegno a portare fuori la voce del carcere, per scuotere le coscienze, fare nascere nuove sensibilità verso chi soffre. I partecipanti parlano delle condizioni disumane che il carcere impone, non solo per la restrizione della libertà, ma per la privazione della dignità. L’incontro si conclude con la distribuzione dei libri e con la canzone di Animabella.

* I nomi dei detenuti sono di fantasia  

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