giovedì 23 maggio 2013

Inizio di un romanzo collettivo al femminile

Incontro al Femminile del 9 aprile 2013 Milano Casa circondariale San Vittore. 
Viene inaugurato il progetto Parole in Libertà al reparto femminile di San Vittore. 
Arriviamo nella biblioteca riscaldata da un caldo sole primaverile, dove C. appare sorpresa di vedere l’intera o semi ridimensionata task force (mancano due assistenti all’appello). Ci adoperiamo a disporre le sedie e è Sonja a riprendere il filo, dopo Daniele che parla della non appartenenza, secondo lui caratterizzante il protagonista di Le notti bianche. Io gli faccio eco, dicendo che si può scegliere di non appartenere. Vi sono forme alternative di appartenenza: per esempio a se stessi o ai propri sogni. Ma Sonia tiene la barra e ripropone alle presenti (alcune facce non ci sono più ma altre nuove si sono aggregate) di metterci insieme a imbastire la trama di un romanzo. Incominciamo a parlare del protagonista e dell’ambientazione. A un tratto entra Luciana, qualche partecipante le va incontro per abbracciarla con affetto. Poi il gioco riprende. 



Dove insceniamo l’inizio della storia? Chiede Sonja. Una ragazza bionda lancia l’idea del Messico. Viene accolta. P. propone come protagonista una donna ricchissima, proprietaria di una villa multimilionaria in Messico. Bisogna partire da una situazione di tranquillità, precisa Sonja. Le proposte giungono a raffica, prevale l’idea di P. di far viaggiare la protagonista a bordo di una limousine, a New York in direzione dell’aeroporto. Qualche malumore si avverte sul fondo, un dissenso sulla protagonista ricca. Si pensa poi alla prima azione: un incidente lungo la strada. Non grave si suppone, e l’investito è un archeologo. Poi si passa a distribuire i ruoli dei personaggi che comporranno la trama. Anche Luciana entra nel gioco. Visto che P ripete che ricordo sua madre, faccio la madre della protagonista. D. si offre come cuoca, ma P le risponde che fa certi pastoni.. Li mangiano tutte replica D., senza scomporsi, poi ripiega per il ruolo di cameriera guardarobiera, forse moglie dell’autista. F. sceglie il personaggio dell’autista, dicendo che è un delinquente.. E’ un comunista, replica P.. M. che è rabbuiata e è rimasta a lungo silenziosa, azzarda: io sono l’amante russo di Jacqueline. P. approva la nota esotica. Sonja invita C. a partecipare. Il cerchio si allarga e C. entra proponendosi per il personaggio del marito di P.- Jacqueline. Si prova a decidere i nomi. Alba è la figlia ribelle, lei stessa è molto giovane. Azalen l’amica della protagonista. Decidiamo di immaginare il carattere e l’aspetto fisico. 

Le ore sono trascorse in un baleno tra risate e proposte, anche un po’ strampalate, tanto è un gioco. Simone interviene per dire che i personaggi non devono dialogare tra di loro ma con altri personaggi secondari. Sonja che ha guidato il gruppo con simpatia e fermezza parla della importanza di costruire i dialoghi.

Anche Francesco, il terzo scrittore, decide di scegliere un personaggio. Una partecipante dice che forse uscirà ma che vorrebbe continuare a partecipare al gioco. Azalen risponde che potrà scrivere e continuare a fare muovere il suo personaggio.

Infine il gruppo si scioglie. Abbiamo lavorato bene. Adesso bisogna fare lavorare la fantasia e animare i personaggi della nostra storia. Non sarà facile ma ci proveremo.


* I nomi dei detenuti sono di fantasia  

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