Incontro del 3 dicembre 2012 Milano Casa circondariale San Vittore.
Oggi, dopo una settimana di pioggia fitta e penetrante, la coltre di nuvole grigie si è allontanata scoprendo un cielo limpido. Azalen e Simone sono puntuali, al bar incontrano Marco Cesati Cassin che immediatamente riconoscono: statura da corazziere, chioma ricciuta (leonina) e due melanconici occhi azzurri; i modi sono a un tempo garbati e energici. Poco dopo sopraggiunge Giorgio Cesati Cassin, il padre di Marco. Espletate le procedure burocratiche, non senza qualche intoppo , si giunge al sesto. Simone, letto il resoconto, cede la parola a Marco Cesati, autore di: Non siamo qui per caso, edito da Sperling e Kupfer. Il caso non esiste, sostiene l’autore, narrando le sorprendenti coincidenze riportate nel suo libro, esplicative di trame destinali preformate. “Le coincidenze sono lampioni che si accendono su quel viale alberato oscuro e ombroso che è il nostro Destino” scrive, distinguendo tra destino, come insieme di eventi, ordinato e armonico e fato, imprevedibile e arbitrario. La tesi di fondo è che non è il caso cieco e capriccioso il regista delle vicende umane, ma un piano o programma che opera infaticabilmente trascendendoci e comunicando con noi attraverso segnali misteriosi che Jung chiama coincidenze significative, cioè attimi sospesi in cui il caos dell’esistenza si rischiara, per guidarci verso la nostra meta..
Marco Cesati Cassin presenta Non siamo qui per caso.
Marco Cesati Cassin, Giorgio Cesati Cassin, Azalen Tomaselli e Simon Pietro De Domenico con i detenuti.
Marco Cesati Cassin, Giorgio Cesati Cassin, Azalen Tomaselli e Simon Pietro De Domenico con i detenuti.
Spesso vi è un riallineamento degli eventi, una dinamica compensativa che fa affermare a Marco: “Quando qualcosa va male, per ogni porta che si chiude, mi frego le mani e penso: quale portone si spalancherà?”. Vi sono delle coincidenze premonitive, soggiunge, che spesso vengono sbrigativamente liquidate dalla nostra psiche razionale, in genere ne capitano otto ogni mese e sono quei segnali che, se seguiti, possono trasformare in meglio la vita. Marco racconta di una comunicazione inspiegabile della madre morta. E’ stato provato che l’intuizione è situata in una ghiandola nel nostro cervello, che agisce in 2,7 secondi come un lampione che si accende; ma noi non ci fidiamo e passiamo al vaglio razionale questi lampi intuitivi, neutralizzandone il segnale. E’ una ricetrasmittente con Dio, che il più delle volte spegniamo per paura di ricevere messaggi che possono scombinare le nostre abitudini mentali. Se vedete un viso che vi interessa, se incontrate più volte una stessa persona, alzatevi e presentatevi, consiglia Marco. Esiste una legge che regola tutto l’universo, i fenomeni sono tutti collegati: un battito di ali di farfalle in Brasile può produrre un uragano qui da noi, afferma facendo riferimento alla teoria del Caos, poi aggiunge: "Einstein diceva se le api sparissero dal mondo, dopo quattro anni anche il mondo sparirebbe, perché ogni essere è collegato a un altro, ogni anello è tenuto da un altro anello, anche il più piccolo frammento contribuisce a tenere insieme il Grande tutto". Poi Marco rammenta il Vangelo di Luca, "anche i capelli sul vostro capo sono tutti contati, non temete, infatti, niente accade in modo casuale". Giocadinuovo commenta: "Questo mi fa accettare di essere qua in galera, vuol dire che questo doveva servirmi a cambiare strada”.
Marco parla di Ermete Trismegisto che nel 3000 a. C. compose il Kibalyon contenuto nella tabula smaragdina dove è formulato il principio della corrispondenza tra alto e basso: Così sopra così sotto, non può esistere la luce senza il buio, il freddo senza il caldo, la salute senza la malattia. Il bene non può esistere senza il male, è una legge. E’ questo principio che ci permette di scoprire come siano preziose le cose più semplici: ci accorgiamo che respiriamo, che viviamo, che camminiamo. Racconta del gravissimo incidente subito qualche giorno dopo l’uscita del suo primo romanzo Il ricercatore di emozioni. Sono rimasto immobilizzato per cinque mesi, ma l’immobilità mi ha permesso di scrivere il sequel del romanzo. Quando ho buttato via le stampelle ha capito che la malattia può essere una via per risvegliarsi, per favorire l’evoluzione della nostra anima, per capire quali sono i veri e i falsi amici. Lozio gli fa eco: "Dieci anni fa sono uscito dalla depressione, poi mi sono ripreso perché la depressione è la mancata evoluzione dell’anima, lo spirito dice se non cresci ti faccio crescere io, il plesso solare è il cervello della nostra anima".
Giorgio Cesati chiede la parola per leggere una lettera sul carcere che aveva indirizzato a Azalen poi ammette che non c’è nulla senza il suo opposto e racconta un curioso episodio che diverte i partecipanti. Marco doveva presentarsi per la visita militare ma temeva di dovere partire perché era diventato il più giovane capo villaggio. Era preoccupatissimo di interrompere la sua promettente carriera, ma era sano come un pesce e non aveva alcuna possibilità di ottenere l’esonero. Casualmente una collega aveva chiesto a Giorgio se il figlio non avesse per caso qualche difetto fisico, e al suo diniego gli aveva suggerito la diplopia. Marco per sei mesi si era allenato a controllare i muscoli oculari ( a questo punto dà un saggio della sua capacità di storcere gli occhi scatenando una fragorosa risata) mentre Giorgio prosegue raccontando che il colonnello medico era stato ingannato e aveva confermato la diplopia e.. l’esonero consentendo al giovane di continuare la sua brillante carriera, Coincidenza? Iena si dichiara spaventato da questa filosofia, commenta ironico (alludendo a una rocambolesca combinazione di eventi raccontata dall’autore) "che cosa deve succedere perché due si possano incontrare!" Giorgio allora racconta la riconciliazione con il fratello avvenuta proprio quando gli viene recapitato il libro che questi aveva scritto. Entrambi non si incontravano da dieci anni e entrambi avevano composto un libro sulla loro famiglia di origine; l’uno lo riceve nello stesso giorno in cui sta per spedire il proprio volume all’altro! Giocadinuovo ammette che c’era stata una coincidenza lo stesso giorno dell’arresto perché "stava per arrivare a una distruzione della sua vita", sente la mancanza del figlio ma sa che un giorno questa esperienza sarà un bene per lui e per i suoi familiari. Lozio parla del cappellano e dell’abbraccio con cui l’aveva salutato il giorno prima dell’arresto, conclude: "Se io sono qui è perché gli dovevo dare quell’abbraccio.."
Marco chiede allora: "Qual è il senso della vita? Avvicinatevi all’orlo di un dirupo, quando meno ve l’aspettate qualcuno vi spingerà e volerete". Poi Marco Cesati Cassin mette in guardia dalle persone che anche a livello epidermico ci mettono a disagio con la loro negatività, l'unica soluzione possibile è ignorarle. Simone replica a Marco: "Io vedo nella tua visione una fiducia totale, priva di dubbi, quasi dogmatica, mi domando se può limitare la tua esperienza umana. Una persona che ti procura malessere può in seguito rivelarsi differente, si può cambiare la prima impressione, i rapporti possono evolversi e anche il nostro stato d'animo può renderci più o meno ricettivi rispetto alla presunta negatività o positività di chi ci circonda". Poi avverte, "le persone che soffrono, spesso sono negative e è vero, hanno bisogno del supporto dell'energia positiva di chi sta loro accanto, se ne nutrono. Ma è davvero giusto ignorare la loro implicita richiesta di soccorso anche se ci crea del malessere?" Marco afferma che la sua visione è metafisica, esoterica, e ribadisce: "una persona che ti procura malessere assorbe la tua positività".
Cita Kazuo Murakami che prospetta un’unione tra vita spirituale e conoscenze scientifiche. Secondo questo scienziato i nostri geni sono dotati di un interruttore on/off che può attivarli; esso è azionato dall’ambiente, dall’esercizio fisico, dall’atteggiamento mentale e addirittura anche dalla risata. Murakami ha dimostrato che la risata riduce significativamente il livello di zucchero nel sangue dei diabetici dopo i pasti. Imparare a attivare geni positivi e a disattivare quelli negativi può aprire infinite potenzialità per espandere il potenziale umano. Ma un meccanismo così perfetto non può essere autoregolato ma deve esistere un’origine comune a tutto l’esistente che va rispettata trattando con dignità la vita in ogni sua forma. Iena commenta "Nessuno è ateo in trincea". Marco prosegue dicendo: "devo sapere a quale condizionamento affidarmi, la gente è meccanizzata, quando si risveglia apprezza quello che ha, la parte più importante è il percorso.." Racconta la storia di uno scrittore che trova un suo libro in una bancarella, lo prende e scopre che contiene una sua dedica ai genitori. Giorgio interrompe Marco e si scambiano qualche frecciatina “coincidente” che fa sorridere l’uditorio..
Dopo la lettura di altre coincidenze al limite del possibile, e della commovente poesia di Giocadinuovo , arriva la performance canora di Speedy Gonzales che produce allegria. Infine arrivano i saluti sull’onda delle note di Animabella che discretamente hanno accompagnato le parole dei partecipanti per tutto il tempo dell’incontro.
* I nomi dei detenuti sono di fantasia
Nessun commento:
Posta un commento