sabato 16 luglio 2011

Nam-myoho-renge-kyo

Incontro del 11 luglio Milano Casa circondariale San Vittore
Il percorso del Soka Gakkai per scoprire la buddità
Antonio Mercurio presenta il suo libro Requiem nel bosco edito da Excogita Editore

Abbiamo appuntamento con Antonio Mercurio chirurgo e urologo oltre che scrittore e poeta, all'ingresso di San Vittore. Ci addentriamo nell’atrio di San Vittore, lasciandoci alle spalle la luce violenta che invade la piazza. Superati i controlli, saliamo al sesto e aspettiamo che Cortez il giovane sudamericano apra le celle e i detenuti prendano posto nella sala adibita a biblioteca. Antonio Mercurio inizia a parlare del suo giallo Requiem nel boscosoffermandosi sul personaggio principale, l’uomo medio senza qualità, l’uomo senza odore che vive una vita monotona e priva di slanci. Espone le linee narrative del romanzo senza svelare ciò che porterà allo scioglimento dell’intreccio. Poi si parla di come si possa migliorare l’esistenza anche in condizione negative e deprivanti. Per Antonio Mercurio la via che libera dalle corazze che ingabbiando l’uomo gli impediscono di dare un senso alla sua vita è il risveglio spirituale e la disciplina interiore. Racconta del suo incontro con il buddismo e distribuisce ai presenti un libretto che contiene alcuni essenziali insegnamenti della etica religiosa buddista: Felicità di questo mondo, un percorso alla scoperta del buddismo e del Soka Gakkai. Ciascun uomo possiede la buddità - spiega- una forza interiore in grado di rigenerare lo spirito e di immergerlo in quel flusso di vitalità che percorre l’universo.




Per aprire questa porta che ci mette in comunicazione con l’inesauribile energia vitale basta recitare Nam myoho renge kyo, la formula essenziale che racchiude il ritmo dell’universo e che approssimativamente può essere tradotta con la frase: entrare in armonia con la legge dell’universo attraverso il suono. Il senso ultimo è che non esiste vita né morte e che la vita è nelle nostre mani, noi creiamo le cause che producono gli effetti e, pertanto, possiamo migliorare la nostra vita, creando nuove cause per nuovi effetti. Antonio Mercurio ha raccontato dei risultati ottenuti da una sua amica che è riuscita a realizzare uno spettacolo
teatrale con i detenuti e a farli uscire per andare in scena. Suggerisce la recita del Nam-myoho-renge-kyo ogni giorno per sconfiggere gli eccessi e la apatia. L’interesse di alcuni partecipanti è rivolto soprattutto alla professione medica che Antonio Mercurio esercita. Un detenuto anziano chiede una visita specialistica. Uno dei partecipanti azzarda l’ipotesi che il protagonista del libro abbia qualche tratto in comune con il suo autore. Mercurio risponde che il personaggio è di pura fantasia. Si parla del carattere autobiografico di ogni opera letteraria di là dalle somiglianze “speculari” in quanto “prodotto” del mondo dell’autore.
Alcuni detenuti accennano alla difficoltà di potere leggere in uno spazio ristretto e condiviso e esprimono il bisogno di avere la possibilità di disporre di un luogo tranquillo per potere scrivere una lettera o dedicarsi alla lettura di un libro. Infine i discorsi si sfilacciano, il gruppo si scioglie con i saluti e le strette di mano ci rivedremo tra una settimana.

* I nomi dei detenuti sono di fantasia

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