lunedì 30 dicembre 2013

Natale

PAROLE OLTRE - LA VOCE DEI DETENUTI

Natale
di Gio

La mezzanotte è scoccata e il Natale ha portato a me che ultimamente non l'ho festeggiato. 

Un grande sconforto mi ha lasciato. 

Fuori un grande gioire, brindare, cenare, anche i miei cari una parvenza di festa devono mostrare per i loro nipotini che aspettano i regali. Ma perfino nel riso il cuore può essere in pena e nel dolore può finire l'allegria. 

Amare, anche questo può significare. Tutto un vapore appare e poi scompare: 

che ne sarà della mia vita domani? 
Qua in Dio devo confidare e un futuro migliore aspettare. 

Principessa, vola via, almeno questo spirito natalizio non assimilare, perché anche tu non hai voglia di festeggiare. 

"Papi, un tema ti ho dedicato e a scuola l'hanno apprezzato. Perché io ti ho sempre amato e al mondo l'ho gridato", 

"Grazie, figlia mia. Ricorda che il cuore calmo è la vita dell'organismo, quindi dobbiamo aspettare, ma sappi che io da te voglio tornare, non ti voglio lasciare, ma per sempre amare. Principessa, sorridi, il mio cuore devi scaldare, ma la tua vita devi continuare".

Gio.

* Il nome dell'autore detenuto è di fantasia. Il testo qui riportato non è una trascrizione fedele ma è frutto di una personale e approssimata rielaborazione del testo originale letto dall'autore durante i nostri incontri.

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