Incontro del 4 novembre 2013 Milano Casa circondariale San Vittore.
Il pericolo di diventare schiavi d'amore.
Azalen Tomaselli e Simon Pietro De Domenico con i detenuti.
Una giornata piovosa e autunnale.
Azalen e Simone salgono al sesto secondo, dove ritrovano il piccolo
gruppo del Libroforum. Oggi, Giorgio non verrà. Si inizia con la
lettura del resoconto. Al termine, Gio legge un suo testo che ha come
protagonisti gli animali. La storia è ambientata a San Vittore,
configurato come l'arca, costruita da Noè per salvare dal diluvio la
sua famiglia e tutte le specie viventi. La storia: in seguito alle
battaglie degli animalisti, in una calda giornata estiva, gli zoo
sono chiusi e le bestie, vengono trasferite in un vecchio convento
che accoglie tutti gli animali dal vecchio leone sdentato, al
cavallo rampante, al mansueto agnello, alle iene, ai leopardi, ai
cobra, tutti stipati e mal foraggiati ... Così inizia il brano di
Gio che riceve l'approvazione del ristretto gruppo di ascoltatori e
offre lo spunto per parlare della scrittura.
Gio racconta di un
detenuto straniero che non riusciva a scrivere e viveva una forte
prostrazione a causa di questa sua impossibilità di esprimere la sua
sofferenza e dell'interruzione dei rapporti con i familiari.
Gradualmente con l'aiuto di Gio è riuscito a scrivere e a
riallacciare i legami con il mondo esterno; poi parla della sua
esperienza e delle lettere che scrive quotidianamente a sua figlia,
aggiungendo commosso: “E' come se parlassi con lei”.
Simone
chiede a John che cosa ami leggere. Libri di scienza e di geografia,
risponde, ma anche romanzi e racconta di avere letto ultimamente una
storia che gli è molto piaciuta. Narra di un pescatore che per 84
giorni non riesce a tirare su niente. E' il romanzo di
Hemingway, intitolato Il vecchio e il mare, chiarisce per il gruppo
Simone.
Il protagonista è il vecchio Santiago che, dopo mesi, riesce
a pescare un grosso pesce (un marlin) di quasi un quintale e mezzo,
ma non riesce a evitare che gli squali lo divorino e quando ritorna a
riva ha salvato del pesce solo la lisca. E' la storia di una
sconfitta economica, ma di una vittoria morale, perché Santiago può
dimostrare al suo giovane amico (Manolito) di essere ancora valido.
Gio dice: “(attraverso la scrittura) qualsiasi cosa
diventa cultura, anche la pubblicità se è intelligente”.
Zero confida di scrivere molto e di dedicare un'ora e mezza ogni
giorno alla corrispondenza con la sua futura moglie e con le persone
a cui tiene.
Vince
legge, a questo punto, un brano del suo romanzo, in cui parla di una
violenta lite esplosa durante l'ora d'aria tra uno sciacallo e un
altro animale più giovane. Il vecchio leone sdentato era intervenuto
per separare i due confliggenti. Gio commenta che spesso
questi episodi sono dettati dal desiderio di emergere dalla massa, lo
sciacallo si divertiva a punzecchiare l'altro per creare una
relazione di dominio, lo provocava dicendogli che al processo gli
avrebbero dato una condanna di dieci anni e il giovane aveva reagito.
Vince spiega che quando si interviene per sedare le risse si riceve
un rapporto e si rischia di perdere i benefici per la buona condotta,
aggiungendo che gli agenti non cercano le cause e le responsabilità
ma solo le persone coinvolte.
Simone chiede se a San Vittore
esistano dei gruppi in base alle etnie, ma Gio risponde che in una
casa circondariale non possono nascere le piccole bande, perché “si
è giudicanti, le bande si creano dove i detenuti sono definitivi e
allora il più debole si aggrega al più forte, il gruppo forte
domina il gruppo debole e c'è equilibrio”.
Poi parlando delle
conseguenze dei comportamenti intimidatori sui più deboli porta
l'esempio di un suo amico che, uscito dal carcere, usava ripetere
compulsivamente “grazie” per ogni cosa, perché era stato
condizionato dalle prepotenze subite.
John parla del suo desiderio di
partire dall'Italia e di andare a vivere in Australia. Si accenna
alle condizioni difficili degli emigranti, e di come si stia
ritornando al passato quando si cercava una vita migliore in altri
paesi “Devi elemosinare come prima dalla Germania” qualcuno
osserva, "perché c'è una recessione dell'economia”.
John denuncia
una giustizia che bolla chi ha violato la legge, per cui è
difficile poi per un pregiudicato in Italia, ritornare a una vita
normale.
Azalen propone di leggere un brano di
un racconto di Antonio Tabucchi, tratto da Racconti d'amore del '900,
pubblicato nella collana Oscar Mondadori.
Il racconto intitolato:
Donna di Porto Pim si sviluppa tramite la voce narrante di un vecchio
suonatore che, in una bettola di un'isola sperduta delle Azzorre,
canta per gli americani di passaggio. A un avventore racconta la sua
storia. La storia di una giovinezza passata in mare, a pesca di
balene dove grazie al suono melodioso della sua viola e della sua
voce riusciva a attirare le murene. Fino al giorno in cui approda
sull'isola una donna bellissima per gestire una locanda, il Bote. Qui
il giovane pescatore, ammaliato dalla bellezza della signora decide
di fermarsi, prestandosi a farle da factotum e a intrattenere i
frequentatori con le sue canzoni. Senza rimorsi, lascia il padre
anziano a continuare da solo il suo mestiere, come avevano fatto gli
altri due figli, e segue la sua passione. Ma una notte la donna lo
respinge, perché è ritornato l'uomo al quale è legata. Accecato
dall'odio, Lucas Eduino (questo è il nome del protagonista) torna a
casa, stacca dalla parete l'arpione e al padre che dal suo giaciglio
lo avverte: “Non si va a quest'ora a caccia di balene”, replica
secco: “E' una murena” . Sconterà con il carcere la condanna
per avere ucciso la donna che credeva sua, senza rivedere il padre e
senza riabbracciare i fratelli. Gli ultimi giorni della vita li
passerà nella locanda dell'isola a cantare modhinas sdolcinate per
gli avventori di passaggio.
Quando si cerca di decifrare il
significato del racconto qualche partecipante osserva che il
protagonista è uno schiavo d'amore, soggiungendo che la schiavitù
d'amore è un problema di oggi, alla radice di molte storie che
finiscono male. Azalen parla invece del tradimento
come motore della vicenda. John sorridendo commenta che bisogna
cercare di non innamorarsi, sottintendendo che l'amore è un rischio.
Vince, da parte sua, nota che l'interpretazione è collegata allo
stato d'animo di chi legge, e che, se sei tranquillo interpreti in un
modo differente da come faresti trovandoti in uno stato d'animo
triste. Simone sostiene: "ciascun lettore trova dei significati in
base al suo bagaglio umano; un libro è come un dispositivo, si
presta a tante letture quanto sono i lettori".
Lasciamo sospeso
l'interrogativo se l'amore sia un rischio da cui tenersi lontani,
come dice cinicamente John o una necessità, come sembra emergere
dalle altre risposte. Forse possono aiutarci a sciogliere il dilemma
le parole di Majakovskij:
Per noi l'amore non è paradiso terrestre
a noi l'amore annunzia ronzando che di nuovo è stato messo in moto il motore raffreddato del cuore.* I nomi dei detenuti sono di fantasia
Nessun commento:
Posta un commento