venerdì 21 settembre 2012

Trovare un senso nel vivere

Incontro del 23 luglio 2012 Milano Casa circondariale San Vittoree. 
Pier Luigi Bonora presenta Di me dell'amore alla vita
Pier Luigi Bonora e Azalen Tomaselli con i detenuti
Luglio sfiata il suo caldo, arroventando la città. Azalen incontra Pier Luigi Bonora (autore di Di me dell'amore alla vita) al metrò di Loreto. Un saluto e il risalire della memoria a un invito a cena che si era protratto fino alle tre del mattino, in un tempo infinitamente lontano. Si entra al sesto e Pier Luigi Bonora prende la parola dopo una breve presentazione. L’uditorio è immediatamente catturato dal suo racconto che scorre affabile, suggestivo, come una cascata iridescente. Pier Luigi ha la rara qualità di immergere l’ascoltatore nel palcoscenico del mondo e di accompagnarlo con garbata sapienza, mostrandogli un caleidoscopio di esperienze personali, di argomenti di arte , di storia e di cultura.. A tutti lascerò vedere l’involucro del sogno, promettono alcuni suoi versi, e in effetti questo scienziato prestato alla poesia si presenta come un curioso viaggiatore pronto a cogliere la malinconia del bello che sfiorisce, la tragedia e la commedia della vita che sempre si rinnova. 




La sua ansia di ricerca si comunica attraverso il fascino alchemico dei materiali e si dipana nella storia delle sue vicende, articolate nel binomio tra viaggio e ricerca. La domanda è: chi sono e da dove vengo? Così racconta del bisnonno macellaio, diventato ricchissimo a 25 anni e ricaduto in miseria dopo la guerra e del padre Achille, ingegnere civile, interprete di una sintesi di scienza architettonica e visione umanistica del costruire. Il viaggio è il filo conduttore delle sue divagazioni e cita la sindrome di Sthendal, per puntare il fuoco sullo stordimento di fronte alla bellezza. Poi parla dei grandi padri e filosofi: Platone, ConfucioBuddha, tutti impegnati a trovare un senso nel vivere. Temi personali come l’esperienza bruciante dell’amore, la tragedia della guerra, la malattia della madre Cesara, ricordata con devozione filiale, e temi cosmologici si intrecciano fittamente e Pier Luigi denuncia la disunione tra Etica e Estetica, e condanna la religione portatrice di conflitti e divisioni profonde tra popoli. Poi è la volta della poesie. La vita riporta il tema del panta rei, tutto scorre, lasciando deboli tracce di memorie nostalgiche, deformate dalla fantasia e il desiderio di un lampo, immagine effimera di ciò che non è stato o è passato troppo in fretta. Con la lirica Che cos’è la poesia, si va al cuore della questione e la poesia si trasfigura in metafora della vita: 

Tradurre in estetica il mistero della vita / il dubbio dell’essere e l’odio dell’esistere (…) Zero, infinito, universi / sono concetti depressivi / la poesia li trasforma / in chiarore lunare / e la verità diventa / un’opzione

Alla fine dell’incontro tra le strette di mano, alcuni dei presenti, ringraziando, chiedono a Pier Luigi se ritornerà a trovarli. Ritornerà?

* I nomi dei detenuti sono di fantasia

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