domenica 14 agosto 2011

Primavera per me pur non è mai

Incontro del 8 agosto Milano Casa circondariale San Vittore
Analisi testuali dei detenuti

Simon Pietro De Domenico dialoga con i detenuti

Oggi è andato solo Simone a San Vittore. Gli altri volontari sono in vacanza o, comunque, impegnati altrove, pochi anche i detenuti, appena cinque, sembra quasi che persino loro siano partiti per le ferie…
Simone inizia con il suggerire ai partecipanti di provare ad affinare le loro abilità di lettori.
Infatti, per fruire di una poesia o di un'opera in prosa è essenziale possedere gli strumenti necessari per comprendere il significato a più livelli (fonico, ritmico, semantico..). Si arriva alla scoperta che, oltre all’imprescindibile codice linguistico, è necessaria anche la padronanza  di un codice letterario.
Si parte col definire cosa sia un testo: participio passato del verbo latino tessere (tessere); intreccio di segni (parole, interpunzioni, spaziature) in grado di comunicare un messaggio. Poi viene tracciata la differenza tra il testo e il testo letterario. Perché un testo possa essere definito letterario non basta l'osservanza del codice linguistico, esso deve avvalersi di un particolare codice, finalizzato a potenziarne il messaggio.
Per rendere meno astrusa e arbitraria questa differenza viene preso ad esempio un verso del Canzoniere di Francesco Petrarca. "Primavera per me pur non è mai"
Analizzando il testo siamo giunti alla conclusione che con la parola "primavera", il grande poeta  non si riferisse tanto alla stagione compresa tra il 21 marzo e il 20 giugno, quanto piuttosto ad una primavera esistenziale, all'età della giovinezza. E' stata fatta poi anche una seconda equazione: quella tra giovinezza e spensieratezza, felicità.  In questo verso Petrarca ci comunica come gli sia stata negata la felicità, non la primavera.




Poi si discute del rapporto tra scrittore e lettore. I due comunicano e il lettore altro non è che il destinatario di questa comunicazione. In particolare, si evidenzia quanto il genere di narrativa sia dialogico e quanto sia importante costruirsi  le competenze per potere recepire e decifrare il messaggio dell'autore.
Fatta questa premessa, si passa con l'analizzare la struttura di un testo di narrativa, articolato in sequenze e con il rilevare la differenza tra intreccio e trama. Poi si passano in rassegna alcuni  esempi di tecniche del codice letterario, necessarie a potenziare il messaggio dell'autore oltre che a rendere la lettura del libro più appagante. Si parla di prolessi e di analessi, si parla di funzione del personaggio, di ritmo, di verosimiglianza e altro.
Simone a questo punto propone di tentare un'analisi di un racconto di Julio Cortazar, La casa occupata. Per farlo, svolge una piccola digressione sul realismo magico (che connota l’opera di questo autore), filone letterario che si contraddistingue per un forte carattere perturbante, che induce nel lettore un senso di spaesamento e di mistero.
Dopo la lettura, propone a giro ai detenuti di esplicitare il messaggio del racconto, di decifrarne il codice letterario. Vinte le iniziali timidezze, compreso che non esistono risposte sbagliate ma che chiunque può rivelare aspetti rimasti nascosti agli altri, tutti i detenuti si sono spesi in analisi e riflessioni. Si è parlato del tema della solitudine, del diritto allo spazio, della paura per quello che non si conosce, quindi della xenofobia e del razzismo. Si è constatato, insomma, che partendo da un breve racconto che ad una lettura superficiale potrebbe apparire come un classico racconto di fantasmi, si può giungere a conclusioni molto più profonde di quelle che sembrano emergere da una lettura letterale.
Poi Simone propone la lettura di un capitolo de L'insostenibile leggerezza dell'essere di Milan Kundera. Prima però invita i presenti a interrogarsi su quel titolo così particolare: perché la leggerezza è insostenibile? Sembra quasi un ossimoro, perché piuttosto non titolare il libro: L'insostenibile pesantezza dell'essere?
Pur non indovinando il tema dell'unicità della vita Einmal ist Keinmal, tutti i detenuti partono con il fare riflessioni e proporre spunti interessanti. A conclusione dell’incontro, Simone prende a leggere il capitolo Piccolo dizionario di parole fraintese (parte prima) che mostra la definizione profondamente diversa che viene data a delle parole di uso comune da due dei protagonisti del libro, Franz e Sabina. Legge proprio questo capitolo per rimarcare le difficoltà della comunicazione e suggerire quanto sia facile fraintendersi.


* I nomi dei detenuti sono di fantasia

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