martedì 10 luglio 2012

Ti dico che non ho sognato

Incontro del 25 giugno 2012 Milano Casa circondariale San Vittore
Carmelo Pistillo presenta Ti dico che non ho sognato
Carmelo Pistillo, Azalen Tomaselli e Giovanni Cerri con i detenuti
Caldo soffocante a Milano, anche nella piccola sala che ci riunisce e dove ci disponiamo, sperando che un alito di vento soffi dalla finestra spalancata. Carmelo Pistillo poeta e drammaturgo presenta Ti dico che non ho sognato, una raccolta di racconti brevi, edita da Bietti Editore. Dopo una breve presentazione di Giovanni che ricorda come il Libroforum sia nato da un’idea di Zina Smerzy, e poche parole di Azalen sull’ospite e sul suo libro, Carmelo Pistillo si presenta ai partecipanti.

Si entra subito nel vivo della materia liquida dei suoi racconti, in cui mistero e realtà si intrecciano per svelare l’ambigua e fratturata complessità dei personaggi. Personaggi, quasi comparse, che si riflettono e si ripresentano sotto vari nomi, rimbalzando da una storia all’altra, quasi a rivendicare una loro più solida consistenza. L’ombra e il mistero fanno da motivo conduttore della raccolta. Molte storie ruotano, infatti, attorno a un grumo oscuro, a una verità nascosta che induce uomini e donne a sdoppiarsi e a vivere esistenze parallele. La malafede è il filo rosso che unisce quasi tutti i protagonisti, manifestandosi sotto forma di difesa, di adattamento, di vile rinuncia, mostrando come la verità sia spesso insostenibile, ma come spesso finisca per esplodere in un gesto o in una frase che scombina in modo imprevisto tutte le tessere del puzzle. L’autore parla del bisogno che tutti hanno di apparire migliori e della malafede, diventata cifra della società contemporanea. Una malafede o ambiguità per abitare più mondi e per celare la propria incapacità di essere fedeli a un sentimento, a una passione, a un impegno.




La scrittura come mezzo per conoscersi è un altro tema affrontato con i partecipanti, in particolare uno di loro chiede quanto l’autobiografia - rispetto alla narrativa di invenzione - possa rivelare meglio i pensieri del o dei protagonisti e offrire a chi legge una storia di vita più autentica. Per Pistillo la narrativa è una trasposizione di esperienze ma non confessione o trascrizione fedele della vita, e conferma di essere tutti i personaggi dei suoi scritti, ma nessuno in particolare. Su suggerimento di Azalen si passa alla lettura di un racconto: La poltrona. Il racconto, che avvince i presenti, narra la storia del solito triangolo: una donna adultera approfitta della latitanza del marito per darsi all’altro. Doppiezza e tradimento sono gli ingredienti di questo partita a tre che si conclude tragicamente. La lettura stimola alcuni commenti sul rapporto tra uomo e donna e sulla falsità cercata per quieto vivere o per paura di sollevare il coperchio del vaso di Pandora destinato a tutti, indistintamente. Una caratteristica che connota lo stile di Carmelo Pistillo è il finale a sorpresa in quanto svela un aspetto recondito della realtà e trasforma la realtà stesso in un terreno franoso, privo di certezze e di punti fermi. Su richiesta, l’autore legge un secondo racconto, intitolato: Gli sposi secondo Kafka, storia di un delitto. Due giovani sposi sono freddati sull’altare, al Commissario che svolge le indagini, la moglie suggerisce di interpellare un’astrologa svizzera. Questa, grazie alle sue doti medianiche, si fa portavoce di un verdetto kafkiano:” ..Non c’è bisogno di stabilire la verità dei pianeti. Ai morti non interessa sapere la ragione del loro trapasso, così come il nome di chi ha tolto loro la vita. I morti stanno bene così”. Il Commissario si rassegna pacificato, consapevole degli “spazi mediocri della giustizia terrena” e del fatto che ”la soluzione dei casi più inafferrabili si nasconda nei libri o in un cielo più alto del nostro”. Il testo adombra una critica alla giustizia o semplicemente l’ammissione del mistero che rende inspiegabili molte vicende umane? E’ tardi per avviare una discussione su questo avvincente tema e il gruppo si scioglie.

* I nomi dei detenuti sono di fantasia

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