lunedì 15 dicembre 2014

Mino - Tauro di Giorgio Cesati Cassin

Mino - Tauro, una personalità disidentica
di Giorgio Cesati Cassin

Vignetta di Mino - Tauro - Giorgio Cesati Cassin (1999)

Giorgio Cesati Cassin, Dialogo tra Teseo e il Minotauro, (pubblicato nel numero 22 di Tecniche Conversazionali - ottobre 1999), in appendice alla conversazione con Giampaolo Lai dal titolo: Minotauro: mostro e fratello.


MINOTAURO: Per la Gran dea, che strano essere sei mai! Dimmi, anch'io sono come te? Non ho mai potuto specchiarmi, qui dentro, se non in qualche rara pozza d'acqua piovana, che ha dato sempre di me una immagine tremolante e imprecisa, per cui non conosco bene le mie sembianze.
TESEO: (ponendo la spada e il capo del gomitolo): In parte mi assomigli e in parte no, ma non ha importanza. Sediamoci qui sull'erba e parliamo un po', ti va? (Si siede per primo)
MINOTAURO (sedendosi a sua volta): Sono felice che tu mi dica questo, sapessi quante cose ho da raccontarti. Mi sento strano e terribilmente solo. Sì, soffro la solitudine, e anche se ogni tanto compaiono qui dentro sette fanciulle e sette giovanetti, invece di giocare con loro a rincorrerci per il labirinto, uno dopo l'altro li divoro e mi ritrovo poi nuovamente con nessuno. Non so perché faccio questo, credimi, non lo so proprio, ma è spaventoso.
TESEO: Forse li mangi non per fame, ma per distruggerli, perché da te diversi.
MINOTAURO: Tu dici? Io non so chi sono. A volte parlo da solo e il mio monologo si tramuta all'improvviso in un straziante muggito.
TESEO: Tu sei il Minotauro, ma fingiamo, così per gioco, che in te alberghino due persone e proviamo a dare a ognuna un nome. Una è buona e gentile, l'altra è crudele e vorace. Come le chiameresti?
MINOTAURO: Mi sembra fin troppo facile; visto che tu dici che io sono il Minotauro, la prima la chiamerei Mino e la seconda Tauro.

TESEO: Benissimo! Ora facciamo un gioco, io fingo di essere Mino e tu invece reciti la parte di Tauro, vediamo cosa riusciamo a dirci.
TAURO: Che succede quest'oggi? Sono in ritardo per la mia colazione. Non vedo ancora le solite appetibili fanciulle e i giovanetti.
MINO: Odo uno scalpiccio, forse stanno arrivando. Ma perché li vuoi mangiare? Le fanciulle sono un amore, bellissime e seducenti, e i giovanetti hanno con sé una sfera. Potresti con le une sceglierti le amanti e con gli altri divertirti col gioco della palla, o viceversa, dato che non conosco i tuoi mezzi gusti.
TAURO: Forse hai ragione Mino, potrei prima divertirmi e poi saziarmi.
MINO: Così rimarresti un'altra volta solo e il tuo mugghio come un inno funebre nel sereno aer si perderebbe.
TAURO: Per Poseidone, non mettere il dito nella piaga! Mi arrendo, farò come tu consigli; alate parole sussurrerò alle fanciulle, ne sceglierò due, anzi tre, che dico, le farò tutte mie spose e rincorrerò anche la palla, sfidando i giovanetti. Ci divideremo in due squadre opposte, di quattro giocatori per parte, e le fanciulle ci staranno a guardare, facendo il tifo. Una sola cosa mi rattrista ancora un poco...
MINO: Che cosa Tauro?
TAURO: Il non poter tirar di testa in porta, ché la sfera potrebbe infilzarsi sulle corna.
MINO: Non preoccuparti, ci penso io. Ecco, stai fermo. Fatto! Con due colpetti della mia affilata spada ti ho smussato le corna.

Nessun commento:

Posta un commento